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INVIATO CITTADINO "Il Piano regionale dei trasporti dell'Umbria è un libro dei sogni fondato sul niente"

L'intervista all’ingegner Massimo Rigucci: "Manca una base informativa di dati regionali certificata"

“Mai trattare la trasportistica soltanto a livello di opinione. Un tema di tale importanza va impostato  con metodi scientifici rigorosi, parametrandosi su delle basi informative certificate”. Lo sostiene l’ingegner Massimo Rigucci, che dell’argomento si è  occupato professionalmente per 12 anni, con particolare riferimento all'Osservatorio Regionale della Mobilità istituito con la L.R. 37/98.

“La Regione dell'Umbria ha di fatto cominciato a rendere "non operativo" tale Osservatorio con la messa in esercizio di Umbria Mobilità e con i risultati che poi abbiamo visto”, commenta amaramente lo studioso. “In particolare – aggiunge – la trasportistica, che costituisce la seconda voce (dopo la sanità) in termini di costi che gravano sul bilancio regionale, va programmata con piani decennali, come il Piano Regionale dei Trasporti 2014-2024”. 

Ma su quali elementi si fondano Piani di questo genere?

“Questi Piani si basano sui dati del territorio, delle infrastrutture, dell'offerta di servizi, della domanda da parte dell'utenza, dei flussi veicolari, delle frequentazioni sia di trasporto pubblico che privato, delle aziende di trasporto pubblico”.

Esistono metodologie accreditate e parametri internazionali?

“Per l'analisi dei sistemi di trasporto, e quindi per la loro ottimizzazione, si utilizzano dei software di modellistica, come ad esempio Visum, un prodotto della PTV made in Germany, che ha una diffusione mondiale”.

Può farci un esempio?

“Per quanto riguarda la domanda di trasporto, sia pubblico che privato, si  utilizzano ad esempio dei metodi di campionamento che aggiornano i dati dei censimenti nazionali”. 

La Regione, dunque, è inadempiente o, al contrario, è stato fatto tutto secondo le regole?

“Il compito primario delle Regioni dovrebbe essere la programmazione. Per quanto riguarda il Piano Regionale dei Trasporti 2014-2024, la Regione dell’Umbria (tanto per cominciare!) lo ha deliberato a fine 2015, in pratica con ben due anni di ritardo”.

E del contenuto cosa pensa?

“Quando quel Piano mi fu dato in bozza per un parere, osservai immediatamente che si trattava di un "libro dei sogni fondato sul niente" per mancanza di una base informativa di dati regionali certificata. Ricordo che ‘profetizzai’ anche la chiusura della FCU”.

E ci prese?

Purtroppo per tanti cittadini umbri, questa mia "profezia" si è avverata e qualche politicante "furbetto" ha provato a barattarla con il Frecciarossa… che è tutt’altra cosa e risponde a tutto un altro tipo di domanda”.

Insomma, hanno sommato le mele con le pere! Vogliamo commentare alla Gino Bartali (“gli è tutto sbagliato, tutto da rifare”)?

“In gran parte, francamente, è proprio così”.

Rimandiamo a un prossimo step dell’intervista all’ingegner Massino Rigucci le riflessioni su Frecciarossa, Minimetro, Aeroporto San Francesco e trasporto urbano. Ne sentirete delle belle.

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