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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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PERUGINERIE. Quando Dottori realizzò l’incarto di una tavoletta di cioccolato che racconta Assisi, vista dal Mercato Coperto

PERUGINERIE. Mercato Coperto, viste e visioni. Quando Dottori realizzò l’incarto di una tavoletta di cioccolato che racconta Assisi, vista proprio dal Mercato Coperto. Siamo intorno alla metà degli anni Venti. Il prodotto si chiamava, non a caso, ‘Subasio’ e il pittore ha realizzato uno snello skyline e il profilo di dolci colline, in colori tenui.

Un piccolo capolavoro, creato su commissione di Americo Ricci, titolare di una cioccolateria in via Alessi. Poco sopra il luogo dove nacque la Perugina, come ci ricorda la lapide commemorativa sulla destra a scendere in fondo a via Angusta.

Che Dottori avesse rapporti col titolare di quella attività è documentato (?) da un ciclo di pitture murali a secco, realizzate nella sala da thè del bar. In realtà c’è da fidarsi solo di una foto che ritrae un pranzo nuziale tenuto in quella sede. O affidarsi alla memoria di chi, come l’Inviato Cittadino, l’ha visto coi propri occhi.

Ricorda Massimo Duranti, creatore degli Archivi Dottori, autore del monumentale Catalogo ragionato del Maestro dell’aeropittura: “I rapporti di frequentazione e reciproca amicizia fra Dottori e Ricci sono ben noti”. “Risulta anche – aggiunge – che Dottori avesse realizzato un ritratto della consorte di Ricci, una splendida signora, assai apprezzata dal pittore, celibe, ma tutt’altro che indifferente al fascino femminile”.

Non una sola, ma una serie. “Per Ricci – precisa il massimo esperto di Dottori – Gerardo eseguì tutta una serie di incarti per tavolette di cioccolato”.

A riprova dell’affermazione, basta andare alla pagina 863 (secondo volume della sua opera straordinaria e unica), per trovare un bozzetto per gianduia Turrita [Perusia], per un moca Orientale, per un latte Alba, per un fine Clitunno. “Si tratta di opere non firmate, ma riconducibili a Dottori per stile e stilemi, impianto e colori”, sostiene Duranti.

Che, per parte sua, smentisce quanti sostengono che in quel luogo fosse attiva una trattoria e che lo stesso Dottori ne fosse cliente e avesse realizzato quel lavoro “a scambio”: insomma ricevendone dei pasti gratis.

Pittura ‘alimentare’. Vero è che lo stesso artista ebbe a dire, in più occasioni, di aver effettuato “pittura alimentare”. In tutta evidenza si riferiva non a capolavori, ma a cose di buon artigianato, fatte per campare. Ed è possibile, anzi probabile, che Ricci lo avesse compensato con caffè, cappuccini e qualche soldo.

Dopo la caduta del fascismo. La circostanza fu realmente legata al periodo di disgrazia in cui a Dottori fecero pagare la sua adesione al fascismo, provata anche da una serie di ritratti del Duce. Come quello in Aula Magna di Palazzo Gallenga, che – su incarico di Capitini – ritoccò conferendogli le sembianze biondastre e nordiche, ben lontane da quelle mediterranee di Mussolini. In quel periodo Dottori si recava in motorino in zone del Lago Trasimeno, come Magione e paesi viciniori, dove realizzò opere significative, di carattere sacro e profano (fra l’altro nella chiesa parrocchiale e nella Sala consiliare del Comune di Magione o nella chiesetta di Montecolognola, dove l’Inviato Cittadino è stato unito in matrimonio).

Personalmente ho visto quelle pitture murali al Bar Ricci, nella saletta frequentata da perdigiorno e studenti ‘salinari’ squattrinati, nelle lunghe e tediose mattinate, allietate solo dal suono di un juke box… quando si trovavano le 50 o 100 lire per attivarlo.

Le pitture effigiavano maschere di carnevale, in un tripudio di balli, stelle filanti e coriandoli. Che fine abbiano fatto quei lavori non so. Di certo è stato realizzato un distacco e le opere stanno in mano a qualche collezionista. Ma nessuno le ha finora tirate fuori.

Un incarto d’attualità. È bello che, parlando di Mercato Coperto e vista di Assisi, una manina anonima abbia tirato fuori l’incarto (d’autore) di questo cioccolatino. Deve trattarsi di un collezionista o di un cultore del cibo degli Dei. Peraltro il disegno dottoriano viene qui pubblicato per la prima volta. Grazie all’anonimo donatore.

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