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PERUGINERIE Ecco come il poeta perugino Claudio Spinelli omaggiava la mamma

La figura delineata dal poeta è quella di una madre da sempre gioiosa e dazionale. Pronta, anche in età matura, a sopperire alle esigenze del figlio e della famiglia

Oggi, festa della Mamma, è bello proporre in rubrica una poesia dedicata alla madre, Concetta Giuglini, da parte del poeta perugino Claudio Spinelli. In pagina il ritratto di entrambi, realizzato dalla pittrice Serena Cavallini, che di Claudio e della famiglia fu amica.

La figura delineata dal poeta è quella di una madre da sempre gioiosa e dazionale. Pronta, anche in età matura, a sopperire alle esigenze del figlio e della famiglia.

Non canta più, come quand’era giovane, sebbene fossero tempi di miseria materiale. Ma ringrazia la vita dei doni ricevuti e attraversa l’avventura esistenziale con gioia e serenità.

Questa è l’immagine che ci piace presentare ai nostri lettori. In modo che ciascuno abbia modo di (ri)pensare alla propria mamma, in vita o in altra dimensione che non quella terrena. Ma comunque presente. Anche nell’assenza.

LA MI’ MAMMA

Campamo ’nsiem’ormai da cinquant’anni / e mai ’na volta ch’ésse ditto: ’n posso. / Adesso ’nco’, ch’ha più de settant’anni, /benanco ’n po’ d’aciacchi che cià ’dosso // nun s’artira mai ’ndietro. Com’vede / che ce pòl aiutacce, sta’ siguro, / che de ’n modo o de ’nn altro ce provede, / che per noaltri gnente je sa duro. // Adesso ’n canta più, ma quand’er fiolo / e lia c’éva i pensieri ’n tla testa / cantava ch’pareva ’n rusignolo / che quan’ che la sentiv’era ’na festa. // Era la gioventù: ma ’desso ’ncora / lia ringrazzia ’l Signor e s’acontenta / e benanco nun canta com’alora / s’acapisce da ’n mijo ch’è contenta”.

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