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Quando la Perugina (che fu) riflette sulla propria storia

Non un libro di storia, ma un racconto di tante storie scritte con il pennino intinto nel cioccolato

Quando la Perugina (che fu) riflette sulla propria storia. Non un libro di storia ma un racconto di tante storie, scritte col pennino intinto nel cioccolato. Solo dolcezze – è stato precisato – e nessuna amarezza, ossia trascurando la fase di finanziarizzazione da De Benedetti in poi.

Grande e partecipatissimo evento al Toppo Fontanelle, dove sono confluiti tantissimi ex dipendenti del “Gruppo Perugina ’70-’80 Io c’ero”, che ha ampiamente superato il numero di 300 adesioni. Convenuti con entusiasmo non per un semplice e nostalgico “come eravamo”, ma per fare il punto su una vicenda, vista dall’interno e declinata in chiave umanissima, sul versante romantico-sentimentale. E autobiografico, ma non autoreferenziale. Storie di lavoro e di amicizia, di affetti e rivendicazione di orgogliosa identità.

Il volume – a circolazione interna – s’intitola “Amarcord(o) la Perugina” e consta di 190 pagine, con foto edite e numerose immagini esclusive.

Lo ha curato Maria Cristina Mencaroni, scrittrice, regista (gruppo La Badia di Pietrafitta) e già responsabile del Museo della Perugina. Oltre che autrice di uno spettacolo sull’Azienda a far capo dalle origini. Insieme a Carlo Bianconi, storico fotografo, che si è occupato del progetto grafico, dell’impaginazione e dell’aspetto iconografico. Le foto sono prevalentemente frutto del lavoro di Tonino Modena. Francesco Falcinelli, ideatore e animatore del Gruppo, ha raccolto contributi scritti e orali, oltre che foto di colleghi, soci e amici.

La storia della Perugina raccontata dai protagonisti

L’evento si è avvalso della conduzione professionale dell’autore e regista Rai Gino Goti che ha lavorato per un triennio alla Perugina (“manovale di IV categoria”, precisa), prima della brillante carriera nell’azienda radio televisiva nazionale.

Il libro – sul quale torneremo con accurata e meritatissima recensione – è un tributo alla storia di una fabbrica che si è in gran parte identificata col profilo umano e produttivo della città.

Goti ci ha regalato due collegamenti telefonici di ex dirigenti (come il dottor Pellizzari da Parigi) impossibilitati a partecipare. Numerosi gli interventi, fra i quali ci piace ricordare quello di Enzino Benda, nipote di Maria, una donna del primo manipolo di dipendenti e collaboratrici di Luisa Spagnoli. Stimolata dall’intervento del dottor Faina, ha preso la parola, per leggere una sua composizione, anche Silvia Buitoni, discendente di uno dei fondatori della storica Azienda di confetti e cioccolato.

Maria Cristina Mencaroni ha magistralmente delineato il profilo della storia e delle storie in volume. Carlo Bianconi ha ricordato che la Perugina – come nel suo caso – ha creato professionalità, come la sua Iriscolor specializzata in foto pubblicitaria e industriale.

Un incontro, raro e prezioso, di ricordi, di lavoro e umanità.

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