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San Matteo degli Armeni, Fabio Melelli racconta la Carrà in celluloide: grande lezione di cinema… minore

Inviato cittadino: a Perugia una serata divertente, open air, rallegrata da battute, informazioni, clip, accuratamente selezionate con l’accorta collaborazione del bibliotecario Gabriele De Veris

San Matteo degli Armeni. Fabio Melelli racconta la Carrà in celluloide. Grande lezione di cinema… minore. Perché la signora del tubo catodico non è mai stata attrice di vaglia, anche se ha fatto esperienze nella Hollywood sul Tevere, e pure in quella statunitense (con Frank Sinatra, “The voice”, nel film “Il colonnello Von Ryan”, 1965).

Appassionata di danza e di canto, la Carrà - ancora Pelloni – si cimentò in un provino che Melelli ci ha proposto. Ma aveva debuttato all’età di otto anni in un film - “Tormento del passato”, 1952 –  di Mario Bonnard. 

Film d’impegno sono stati “La lunga notte del 43” di Florestano Vancini e “I compagni”, di Monicelli.

Ma c’è stato anche qualche peplum e roba di poco conto.

Poi il successo televisivo, così travolgente da farle chiudere ufficialmente (era il primo gennaio 1977) il celebre Carosello, dopo un ventennio di incontrastato dominio pubblicitario, con la famosa réclame dello Stock. 

Una serata divertente, open air, rallegrata da battute, informazioni, clip, accuratamente selezionate con l’accorta collaborazione del bibliotecario Gabriele De Veris. La cui discreta presenza si rivela sempre più indispensabile per quel luogo di cultura e socialità che è ormai diventato San Matteo degli Armeni.

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