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Perugia, il supplizio di Sant’Agata rivissuto attraverso i ritratti dolenti delle donne (di oggi) mastectomizzate (le foto)

La prima volta nella storica chiesa cittadina. Il supplizio di Sant’Agata rivissuto attraverso i ritratti, dolenti ma sereni, delle donne mastectomizzate. Una mostra nella chiesa (riaperta dopo i restauri del 2015) con ‘tableau vivant’ ispirati alle grandi opere d’arte del passato (Piero della Francesca, Giovanni Lanfranco, Gianbattista Tiepolo, Guido Cagnacci…). S’intitola “Agata, ornata di pietre preziose”. Riveste carattere di eccezionalità il fatto che una mostra venga allestita all’interno della Chiesa dei Santi Severo e Agata nella viuzza omonima, traversa di via dei Priori. Ideazione e organizzazione dell’Associazione Priori e AICS Perugia, in collaborazione con le Pink Ambassador Fondazione Umberto Veronesi di Perugia. Supporto critico e curatela della brava Claudia Bottini.

Nella storica chiesa cittadina, Il supplizio di Sant’Agata rivissuto attraverso i ritratti delle donne operate al seno

Un progetto coraggioso che richiama la Santa di Catania, sottoposta al martirio dei seni recisi. Che, opportunamente, nel manifesto della mostra sono divenuti due rose. Agata è considerata protettrice contro tutti i disastri naturali (si pensi alle eruzione vulcaniche e ai terremoti), patrona di tutti i martiri, ma in specie delle donne vittime di violenza. E, oggi, anche delle donne con il tumore al seno. Le donne sono state fotografate da Mirco Baccaille e testimoniano, col coraggio dell’esempio, come sia possibile trovare una via di scampo dal cul de sac della malattia e della sofferenza. La santa catanese fu risanata, come è possibile avvenga alle donne colpite dal male del secolo.

Proprio dalla “Legenda aurea” è tratto il titolo della mostra (Agata sarebbe apparsa ‘ornata di pietre preziose, in mezzo agli angeli’). La mostra costituisce anche un’utile occasione per attuare una raccolta fondi a favore della lotta contro i tumori femminili. Una delle caratteristiche di pregio è anche l’interattività. Infatti, in ogni fotografia, insieme alla didascalia, c’è un QR Code che, scansionato con una comune app free, rinvia all’opera d’arte a cui ogni scatto si ispira.

A PROPOSITO DI VECCHIE POLEMICHE. Chi ci legge ricorda che la lunetta, realizzata dalla ceramista Maria Antonietta Taticchi, sollevò qualche riserva relativa all’icona, ritenuta troppo “sexy” e dunque inadeguata alla rappresentazione della santa. Maria Antonietta ce ne spiegò personalmente la “ratio”, che mi piace riproporre al lettore. La spiegazione. Anziché proporre un’immagine cruda e sanguinolenta, richiamata, ad esempio, dai tradizionali seni sul vassoio, l’artista di Via dei Priori scelse di proporre il seno della santa nella sua integrità. Intendendo dunque privilegiarne l’immagine “risanata”, ossia dopo il miracolo. Maria Antonietta ci ricorda infatti che “per la Chiesa cattolica il corpo incorrotto ‘risanato’ dei martiri e dei santi è interpretato proprio come un segno di santità”. Spiegazione inoppugnabile.

QUELLA PITTURA MURALE RARISSIMA. Ricordo, incidentalmente, che in questa chiesa è contenuta una rarissima rappresentazione della Divinità triandrica (rappresentazione della Trinità con un solo corpo e tre teste convergenti al centro). Il Concilio di Trento ne prescrisse la cancellazione. A Perugia – caso più unico che raro – ne esistono addirittura tre: a S. Agata, a San Pietro, alla chiesa della Colombata. La mostra è stata affiancata da una serie di iniziative in grado di coniugare arte e cultura, poesia e riflessione. Finissage il 9 luglio, Festa di S. Agata, con celebrazione liturgica alle 17:30. Gratitudine al rettore della chiesa, il monsignore-filosofo Fausto Sciurpa, sempre aperto e disponibile verso le iniziative culturali della città.
 

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