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Rischia di morire in piscina a Perugia, il racconto: "Così abbiamo salvato quel ragazzo"

L'episodio alla Pellini, la testimonianza dei bagnini intervenuti

Sul fondo della piscina, il tempo di rendersi conto che c'è qualcosa che non va. Poi uno si tuffa in acqua per recuperare il bagnante, l'altro lo aspetta per tirarlo fuori dalla vasca e iniziare le operazioni di salvataggio. Massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca, finché il nuotatore, un ragazzo di circa 20 anni, non riprende conoscenza e si tira su seduto e li fissa incredulo. L'incdulità di chi ha rischiato grosso per tentare una nuotata in apnea, forse un po' oltre le proprie possibilità. Chissà? Francesco Fifi e Vito Daniele Valenti, professione bagnini, gli hanno salvato la vita, facendo esattamente quello per il quale da anni si addestrano. Con una tempestività decisiva, dettata dalla capacità di leggere subito una potenziale situazione di pericolo che tale si è rivelata. Succede lo scorso martedì mattina, 5 agosto, alla piscina comunale Pellini di Perugia.

“Abbiamo visto questo ragazzo, che stava nuotando in apnea, fermo sul fondo della vasca – racconta Francesco - Vito si è tuffato, io gli sono andato in aiuto, pronto a tirarlo fuori dall'acqua. Poi ho iniziato le operazioni di rianimazione. Era incosciente, non respirava, il cuore non batteva. Intanto, mentre era stato già chiamato il 118, il mio collega è andato a prendere il defibrillatore, pronto a utilizzarlo in caso di necessità. Ma fortunatamente ha ripreso conoscenza senza necesità di usarlo. Quando si è ripreso, lo abbiamo messo in posizione di sicurezza, in quel momento sono arrivati gli operatori del 118 e lo abbiamo affidato a loro. E' andata bene”.

Lavorando a tempo pieno in piscina e da anni, di interventi i due bagnini ne hanno fatti molti, “sì, qualche capogiro, piccoli malori. Mai una cosa di questo genere. Che cosa ho pensato? E chi ha avuto il tempo per pensare? Siamo entrati in azione, come dire? Meccanicamente. Sapevamo bene cosa dovevamo fare e lo abbiamo fatto. Ci siamo coordinati bene e il soccorso è andato come doveva andare”. Il giovane soccorso è stato sottoposto ad accertamenti in ospedale, ricoverato per un paio di giorni di osservazione. Niente in confronto a quanto rischiato ed evitato grazie ai due “angeli custodi” della Pellini.

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