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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Festival internazionale del giornalismo, il ritorno dopo due anni è "oltre le aspettative"

Arianna Ciccone e Chris Potter tirano le somme dell'edizione della ripartenza

Un festival sempre più internazionale che, nell'edizione dopo due anni di stop a causa della pandemia, è riuscito ad andare sopra le aspettative dei suoi organizzatori.

"È stato un successo oltre le nostre aspettative. - dicono gli ideatori e organizzatori dell’Ijf, Arianna Ciccone e Chris Potter - Fare un festival in un periodo così difficile è stata una sfida, che possiamo considerare vinta se guardiamo alla partecipazione massiccia di questi giorni. Il pubblico in fila, le sale piene ma anche il traffico generato online con oltre un milione di contatti unici sui social ci ha sorpreso ma è anche stata la conferma che la comunità internazionale che alimenta e anima la nostra offerta culturale non ha alcuna intenzione di fermarsi e vuole continuare a crescere. La prossima edizione va pensata alla luce della spinta propulsiva di quest’anno e per questo investiremo di più anche nell’innovazione tecnologica". 

Oltre 600 speaker provenienti da ogni continente. Di loro, l'80% non proveniva dall'Italia e per cinque giorni nelle strade e nei palazzi del centro perugino si è letteralmente parlato di giornalismo in tutte le lingue del mondo. 

È certamente un successo di questa edizione del Festival, sottolineano ancora gli organizzatori, aver registrato il tutto esaurito anche nei panel più tecnici come quelli dedicati alla cloudificazione dei dati, biometria, intelligenza artificiale, podcast come nuovo formato per l’informazione, redazioni a prova di futuro nel metaverso, data journalism, nuovi strumenti e tecniche per i giornalisti. In questo caso si è registrata una presenza significativa di pubblico giovane. 

Altro successo dell' Ijf22 è stata la presenza a Perugia della giornalista indiana Rana Ayuub, definita da Maria Ressa, premio Nobel per la Pace 2021, tra le voci più coraggiose e a rischio del giornalismo mondiale. Rana Ayuub è vittima di campagne di odio e di pesanti minacce, in quanto autrice di inchieste che denunciano la deriva autoritaria della più grande democrazia del mondo e gli affari opachi dell’attuale governo indiano guidato dal premier Narendra Modi. Non a caso, solo il 29 marzo scorso le autorità indiane, per presunte irregolarità finanziarie, avevano impedito a Rana Ayuub di prendere il volo che l'avrebbe portata a Perugia per il Festival. Problema che si è risolto dopo pochi giorni anche grazie al clamore internazionale sollevato sui social e sulla stampa mondiale. Già in passato le Nazioni Unite avevano preso ufficialmente posizione in difesa della giornalista, condannando il comportamento delle autorità indiane, che hanno attivamente favorito il clima di ostilità e abusi, anche attraverso indagini pretestuose. 

Ciò che il pubblico del Festival Internazionale del Giornalismo ha dimostrato di apprezzare maggiormente è la scelta di affidare a voci autorevoli di ogni parte del mondo i temi più delicati e cruciali come censura, libertà dei media, propaganda e disinformazione, sicurezza per i giornalisti, il ruolo dei media indipendenti, donne e giornalismo, diversità e inclusione nelle redazioni, editori e piattaforme, informazione scientifica.
 

È il caso dell'intervento a Perugia di Michael Mann, tra i più importanti scienziati del clima al mondo, autore di numerose pubblicazioni, tra cui il saggio “La nuova guerra del clima - Le battaglie per riprenderci il pianeta”, che lo hanno reso il climatologo più temuto dai negazionisti, in quanto capace di svelare i conflitti di interessi e la disinformazione che riguarda le compagnie di combustibili fossili, i governi mondiali, gruppi di pressione e singoli individui.

Fondamentale il contributo di Stella Moris, avvocata, attivista intervenuta sul caso di Julian Assange (di cui è moglie) e sulla libertà d’informazione assieme a Joseph Farrell, giornalista e ambasciatore WikiLeaks e Stefania Maurizi, pluripremiata giornalista investigativa ed esperta del caso Assange/WikiLeaks. Molto partecipato anche il panel dei due premi Pulitzer, Frederik Obermaier e Bastian Obermayer che nel 2016 grazie a una fonte anonima hanno iniziato e coordinato la mega inchiesta internazionale #PanamaPapers e più di recente #SuisseSecrets. 

Tante le manifestazioni di solidarietà espresse nel corso dell'IJF22 al popolo ucraino. Sabato 9 aprile Il Festival Internazionale del Giornalismo e i membri del Global Forum for Media Development hanno lanciato una dichiarazione congiunta a sostegno dei media e degli operatori del giornalismo indipendente in Ucraina. Particolarmente significativo il minuto di silenzio lanciato dalla giornalista georgiana Natalia Antelava, cofondatrice e direttrice di Coda Story, durante l’incontro 'Sulla guerra di Putin e sulle conseguenze per l'informazione in Ucrania’, con Jane Lytvynenko, ricercatrice del’Harvard University e Peter Pomerantsev, giornalista di origini ucraine, voce autorevole della dissidenza al regime sovietico, in esilio con la famiglia sin da piccolo, autore del libro tradotto in oltre 10 lingue ''Niente è vero, tutto è possibile".

Spazio all’inclusività e al contrasto della discriminazione internazionale negli incontri con il deputato Alessandro Zan, relatore del disegno di legge contro l’omotransfobia, l’attivista, sociologa e scrittrice Porpora Marcasciano, il giornalista Simone Alliva e le attiviste Victoria Oluboyo e Sofia Righetti; e nel panel con le drag queen Karma B, la sociolinguista Vera Gheno e il giornalista Pasquale Quaranta protagonisti dell'appuntamento  ‘Cultura queer, drag queen, schwa: comunicare senza discriminare’.

Durante il weekend successo annunciato per i beniamini del pubblico: Zerocalcare e Valerio Mastandrea, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, il cast di Propaganda Live.   

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