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Covid, allarme dei sindacati: "Sistema sanitario nuovamente in affanno". Manifestazione congiunta in piazza Italia

Cgil, Cisl e Uil: "Il 10% del personale è positivo, disattesi gli accordi sulle stabilizzazioni"

Sistema sanitario nuovamente messo in crisi dalla risalita dei contagi da covid, sostengono i sindacati che sottolineano come, nelle ultime settimane si stiano "riproponendo situazioni purtroppo già vissute: ritardi nella ripartenza dell'attività ordinaria non-Covid, allungamento delle liste d'attesa, carichi di lavoro insostenibili per il personale, mancate assunzioni stabili e ulteriore perdita di professionalità a vantaggio di altre regioni".

“La situazione è ancora una volta molto grave – affermano in una nota Tatiana Cazzaniga, segretaria generale della Fp Cgil dell'Umbria, Luca Talevi, segretario generale Fp Cisl Umbria, e Marco Cotone, segretario generale Uil Fpl Umbria – prima di tutto perché la pandemia, oltre a colpire massicciamente la cittadinanza, sta decimando il personale sanitario. Abbiamo attualmente quasi il 10% del personale che è a casa perché positivo o in quarantena e questo, viste le mancate assunzioni, determina una contrazione evidente delle attività ordinarie e quindi un nuovo allungamento delle liste d'attesa. Soltanto grazie alla campagna vaccinale - sottolineano i sindacati - che ha fortemente ridotto i tassi di ospedalizzazione per Covid, la situazione non è degenerata, ma il personale è comunque chiamato ancora una volta ad uno sforzo eccezionale, con continuo ricorso a ordini di servizio (lavoro straordinario), ferie non godute e turni sfiancanti”.
“Una situazione che – aggiungono i sindacati – poteva essere prevenuta, traendo insegnamento dalle precedenti ondate, con il rispetto degli accordi sottoscritti e quindi con le assunzioni di personale a tempo indeterminato concordate, ma ancora mai effettuate, se non in una minima parte”.
Lo scorso 6 dicembre, unitariamente, i sindacati avevano sottoscritto in Regione un accordo, che ha permesso le proroghe dei contratti a tempo determinato fino a giugno, "ma che avrebbe dovuto poi innescare un percorso di stabilizzazioni con un tavolo di gestione che non è però mai stato convocato". “L'obiettivo – concludono Cazzaniga, Talevi e Cotone – era proprio quello di evitare nuove perdite di professionisti a favore di altre regioni, come invece si sta verificando di nuovo”.
A fronte di tutto ciò Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl si preparano a tornare in piazza. “Lo faremo a Perugia il prossimo 25 marzo, sotto la Prefettura – concludono i sindacati - per una mobilitazione unitaria che chiede da una parte risposte sui contratti nazionali (mancano le risorse per i rinnovi) e dall'altra il rispetto degli accordi in Umbria, sia sulle nuove assunzioni che sulle progressioni economiche e sulla vestizione”.

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