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Convenzione sanitaria Università-Regione, il sindacato dei medici: "Rapporto sbilanciato a favore dell'ateneo"

L'intersindacale medica contesta "l’eccessiva ingerenza che il rettore potrebbe avere nella governance dell’Azienda ospedaliera universitaria, cosa che non è parimenti valida per la presidente della Giunta Regionale"

La convenzione tra Università e Regione Umbria raccoglie il plauso dei medici dell’Umbria, ma le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria esprimono dubbi sulla presenza eccessiva dell’ateneo nelle dinamiche decisionali.

In un documento firmato dai rappresentati dell’Intersindacale medica, si ricorda che “la tutela della salute dei cittadini umbri” è un “compito istituzionale del Servizio sanitario regionale, che da oggi in avanti, potrà essere garantito anche grazie all’integrazione tra la componente universitaria, principalmente orientata alla didattica e alla ricerca e la componente aziendale ospedaliera che ha prioritarie finalità di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza”.

Leggendo bene il testo della convenzione, per, “emerge in molti punti, una unilateralità di visione a favore dell’Università, con notevoli discrepanze tra gli universitari e la dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie, non solo in termini di evoluzioni di carriera e di prestigio, ma anche negli aspetti didattico formativi e di ricerca”.

Scarse le possibilità di borse di studio per il comparto sanitario non strettamente ospedaliero, quindi niente per veterinari, chimici, fisici, biologi per quanto riguarda la formazione, in particolare sulle emergenze pandemiche.

Nella convenzione è previsto “che gli universitari dedichino all’attività clinica sui pazienti il 60% del loro tempo lavoro e il restante 40% alla didattica e ricerca, mentre la dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie, pur dovendo comunque provvedere all’attività formativa (tutoraggio e ricerca), non ha definita nel proprio monte orario contrattualmente previsto, una distinzione di tale attività” prosegue il documento.

L'aspetto più controverso è legato, secondo l’Intersindacale “al ruolo che il rettore assume in tutti i tavoli in cui è presente una minima trattativa tra Regione e Ssr - si legge nella nota - Il rettore è protagonista nella nomina dei direttori generali, nella stesura dell'atto aziendale e nella sua approvazione, nella nomina dei responsabili di dipartimento ad attività integrata, nella nomina dei direttori di struttura complessa, nella istituzione dei dipartimenti ad attività assistenziale”.

Secondo l’Intersindacale “appare evidente l’eccessiva ingerenza che il rettore potrebbe avere nella governance dell’Azienda ospedaliera universitaria, cosa che non è parimenti valida per la presidente della Giunta Regionale, a discapito dei direttori generali. In aggiunta il rettore non risponde delle proprie scelte, in quanto a differenza degli organi decisionali della Regione, non è eletto democraticamente dai cittadini e non è quindi sottoposto alla verifica del suffragio universale”.

Per il sindacato dei medici “il rettore non sempre è un esperto in materia di programmazione sanitaria, e potrebbe non avere conoscenze cliniche adeguate a valutare e giudicare professionisti esperti in materie sanitarie che ricomprendono al loro interno, specialità diverse – si legge nella nota - Sorge forte il dubbio che potrebbe non essere perseguibile un risultato di qualità eccellente, come il protocollo afferma di voler realizzare. L'Università avrebbe dovuto separare almeno il livello politico da quello più squisitamente tecnico, riservando al livello politico (il rettore) i rapporti con la Regione e al livello tecnico, quelli con il direttore generale”.

La Regione rischierebbe di perdere “molta di quella sovranità che la popolazione umbra nel suo complesso, le ha conferito con procedure democratiche, mentre mantiene la titolarità nella copertura di eventuali disavanzi di bilancio, dovendo però dividere eventuali utili con l’Università”.

Per ulteriori giudizi l’Intersindacale medica rimanda ai Protocolli attuativi della convenzione.

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