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A Perugia il 25 Aprile è anche il giorno per liberarsi dalle vecchie e nuove mafie

Commemorazione delle vittime e deposizione di una corona d’alloro, accompagnata da poche parole per ribadire la netta contrarietà di Perugia a tutte le forme, occulte o palesi, di mafiosità

Il 25 aprile della Perugia che non si piega alle mafie. Non una contromanifestazione, ma un’iniziativa di carattere propositivo, contro la pervasività dei fenomeni mafiosi che interessano la città e la regione. Testimonianza di carattere civile, quella promossa da Carmine Camicia stamane alle 9 al Pian di Massiano, zona ingresso Questura, nella rotatoria intestata ai Martiri di viad’Amelio. Prescindendo da considerazioni legate a candidature, pare rilevante sottolineare la presenza di
cittadini che hanno scelto di partecipare allo scopo di “liberare la città dai vecchi e da eventuali nuovi sistemi mafiosi”.

Commemorazione delle vittime e deposizione di una corona d’alloro, accompagnata da poche parole per ribadire la netta contrarietà di Perugia a tutte le forme, occulte o palesi, di mafiosità. L’iniziativa è stata fissata alle ore 9, proprio per evitare sovrapposizioni con altri eventi previsti in vari luoghi simbolo della città e al cimitero monumentale. Oltre alla riflessione sui pericoli costituiti da forme striscianti di fenomeni mafiosi, purtroppo assai diffusi, è stata attivata una raccolta di firme on line, allo scopo di proclamare la data del 25 aprile come giorno di mobilitazione sociale e civile contro le mafie variamente diffuse. Si chiede che ogni Festa della Liberazione si tenga un Consiglio comunale aperto sul tema.

Nella rotatoria è stata anche presentata un’opera minimal dell’artista Sabato Ariante. Si tratta di un monolito trasparente in plexiglas contenente acqua. L’idea fa capo allo scrittore siciliano Camilleri che scrisse il racconto “La forma dell’acqua”. In esso, il prolifico creatore della figura di Montalbano sostiene che la mafia, come l’acqua, ha la capacità di adattarsi ai contesti più diversi, allo scopo di insinuarsi fra le leve del potere e condividerlo. Ariante ha versato nel contenitore del colore rosso come efficace metafora del sangue versato dai servitori dello Stato, vittime della criminalità organizzata.

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