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Perugia celebra Sant'Agata, la protettrice dai disastri naturali: il culto risale al Medioevo

Per l’occasione sarà posta nella lunetta della nicchia esterna della parete d’ingresso una ceramica raffigurante l’immagine della santa

Anche a Perugia è sentita la devozione per sant’Agata, vergine e martire. I fedeli si danno appuntamento nell’omonima chiesa, nella centralissima via dei Priori, a pochi passi dal Palazzo comunale, il 5 febbraio, giorno in cui la Chiesa celebra la festa liturgica della patrona di diverse categorie di artigiani, in particolare i fonditori di campane e i tessitori. Per la sua città di origine, Catania, sant’Agata è invocata come protettrice da eventi naturali catastrofici (eruzioni vulcaniche e terremoti), oltre ad esserlo delle lattanti e delle donne con gravi patologie al seno per la natura del martirio subito con il taglio delle mammelle, al tempo dell’imperatore Decio, il 5 febbraio dell’anno 251 d.C. La sua santità si è presto diffusa in tutto il continente e a Perugia il suo culto risale al Medioevo. Tanto è vero che si hanno notizie della chiesa a lei intitolata dall’epoca dell’imperatore Federico Barbarossa e la struttura architettonica giunta sino a noi è quella costruita all’inizio del XIV secolo.

Quest’anno, a Perugia, la festa di sant’Agata vedrà anche un’iniziativa culturale in programma mercoledì 5 febbraio, alle ore 17.45, che precede la celebrazione eucaristica animata dal Coro “Coristi a Priori”. Sarà benedetta e inaugurata una pregevole ceramica raffigurante l’immagine della santa, collocata nella lunetta della nicchia esterna della parete d’ingresso. L’opera è stata commissionata dal rettore della chiesa di Sant’Agata monsignor Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici della cattedrale di San Lorenzo, alla bottega ceramista di Antonietta Taticchi in via dei Priori, realizzata in collaborazione con l’artista Marco Mariucci. Al termine della celebrazione eucaristica si terrà un incontro di festa nella sala intitolata a mons. Luigi Piastrelli, “storico” rettore della chiesa di Sant’Agata. Un luogo di culto che è un vero scrigno d’arte e di storia valorizzato nel secolo scorso anche a livello culturale da mons. Piastrelli, opera che prosegue con il suo successore monsignor Sciurpa.

Al presidente del Capitolo dei Canonici di San Lorenzo si devono i recenti lavori di restauro che hanno portato alla luce sulle volte interne due affreschi di santi, forse padri della Chiesa; mentre nella parete vicino alla porta d’ingresso, al di sopra dell’immagine della Trinità a tre volti, è riemerso un affresco dedicato alle stigmate di san Francesco di Assisi. La chiesa di Sant’Agata, intitolata anche a San Severo, fu ampliata nel XIV secolo a seguito della demolizione dell’antica chiesa di San Severo in piazza grande (oggi piazza IV Novembre), in concomitanza dell’ampliamento del Palazzo comunale dei Priori. "Lo stile della chiesa di Sant’Agata – spiega il rettore monsignor Sciurpa – appartiene al gotico francescano e la sua struttura è ogivale, a due campate di volte a crociera, su sei mezze colonne immurate nelle pareti. Nella chiesa vi sono importanti affreschi di scuola umbro-senese, ispirati a Simone Martini e a Pietro Lorenzini, che la rendono originale nel suo genere e scrigno prezioso d’arte e di storia".

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