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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO 'Prospettiva Pasolini', l'Università di Perugia incontra Ascanio Celestini

Presente un pubblico di studenti e docenti. La conversazione, coordinata da Alessandro Tinterri, s’inquadra nel contesto del brand ‘Prospettiva Pasolini’ che vede in sinergia l’Assessorato alla Cultura del Comune di Perugia e l’Università

Lo Studium incontra Ascanio Celestini nell’Aula Magna di Giuseppe Nicolosi in via Francesco Innamorati.

Presente un pubblico di studenti e docenti. La conversazione, coordinata da Alessandro Tinterri, s’inquadra nel contesto del brand ‘Prospettiva Pasolini’ che vede in sinergia l’Assessorato alla Cultura del Comune di Perugia e l’Università.

Saluto d’accoglienza del rettore Maurizio Oliviero che sottolinea di intercettare forti analogie tra le figure di Pier Paolo Pasolini e quella di Ascanio Celestini. Entrambi – si direbbe – intellettuali ‘disorganici’ rispetto all’omologazione culturale. Epitetati come “intellettuali al servizio della società”. Il rettore auspica quindi, rivolgendosi ai giovani, la necessità di confrontare la complessità di visioni. Ieri come oggi. Non senza aver stigmatizzato la colpevole indifferenza nei confronti degli oltre cinquanta conflitti in atto, ignorati o dimenticati, ma drammaticamente presenti in vari continenti del pianeta.

Il discorso-intervista con Celestini prende abbrivio dai tanti misteri d’Italia, a far capo dal caso Mattei per poi dipanarsi su numerosi eventi del Novecento in tutti i teatri mondiali. Visione evenemenziale a largo raggio, marcata da momenti ad alta drammaticità ed elevato rischio di conflitto permanente.

Celestini fa propria l’affermazione di Vincenzo Cerami che fu peraltro allievo di Pasolini. Lo sceneggiatore di Benigni sosteneva infatti che attraverso lo sviluppo dell’opera e del pensiero pasoliniani sia possibile intercettare le coordinate della nostra storia nazionale. Anche se è il caso di rimuovere diffusi luoghi comuni derivanti dalla mancata collocazione dell’autore nel corretto contesto diacronico.

Riflessioni su fascismo e antifascismo, sui rapporti di Pasolini con Pci, su eventi tragici della storia nazionale. Temi ripresi nella pseudo intervista che costituisce la traccia narrativa dello spettacolo di affabulazione offerto in serata agli spettatori del teatro Morlacchi.

Uno spettacolo – aggiungiamo – della durata prevista di due ore, ma dilatatosi notevolmente con l’inserimento di “spezzoni” che con Pasolini non avevano molto a che fare. Mi riferisco alle strepitose gag sui due “Sandroni”, alle occupazioni di case, alle splendide riflessioni sulla scuola e proposte di rivoluzionarie “descolarizzazioni” (alla Ivan Illich ed Everett Reimer). Insomma a tutto quell’armamentario ideologico che appartiene all’intimo sentire di un autore-attore come Ascanio Celestini. Sempre bravo e divertente. E ideologicamente targato.

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