Parco di Sant'Anna: di quegli orti didattici, solennemente inaugurati, non c'è più traccia
"Sono rimaste solo la desolazione e soprattutto l’inutile recinzione, che peraltro comincia ad essere divelta e scardinata dai vandali: uno spettacolo veramente mortificante"
"Di quegli orti, solennemente inaugurati, non c'è più traccia", lo sostiene il professor Lamberto Fornari. Che prosegue: "Insieme a mia moglie, Morena Gori, abbiamo avuto l’idea di iscrivere nostro figlio, da sempre bravo, educato e studioso, al “Centro internazionale Montessori”, in via Fonti Coperte”.
A seguire, Fornari esprime la propria delusione, specialmente in riferimento al “fantomatico orto didattico”. Spiega, il noto esponente del milieu culturale perugino: “Una larga fetta di terreno del parco pubblico e comunale di S. Anna era stata messa a disposizione della scuola, da parte del Comune”.
Prosegue: “La scuola, per parte sua, ha immediatamente provveduto a recintare e a chiudere al pubblico tale terreno per farne un orto, con inclusa una cisterna romana (peraltro recentemente ripulita, ndr). Per mesi e mesi, discenti e docenti hanno lavorato su quell’orto (si parlò, all’epoca della realizzazione, di un orto botanico, per la coltivazione – a uso didattico – di piante officinali). “Le spese sono state coperte da sponsor che avevano i figli in tale scuola e con i contributi richiesti ai genitori, anche tramite una lettera che, in tutta buona fede, quale rappresentante del consiglio scolastico, ho firmato”.
Aggiunge, seccato: “Lo scopo era meramente pubblicitario, anche se ha suscitato polemiche in tutto il quartiere e zone limitrofe per la sottrazione, alla pubblica fruizione, di una consistente quota di spazio, a seguito della recinzione di una parte del parco”.
Prosegue Fornari: “Nella primavera del 2017 è avvenuta la solenne inaugurazione, con tanto di dirette televisive sul TGR Rai, articoli sui giornali, presenza di sindaco, vicesindaco e consiglieri comunali vari, con trionfalistiche dichiarazioni circa la significativa valenza di carattere educativo e didattico che tale orto rappresentava per la crescita e lo sviluppo dei bambini”.
Poi, le dolenti note: “Dopo solo tre mesi, l’orto-giardino è diventato un terreno selvaggio e incolto, dove i cinofili portano le bestie a sgambare e svolgere fisiologiche funzioni lasciando relative deiezioni”.
E l’amara constatazione: “Di tutti i lavori effettuati dai bambini, sotto la guida dei docenti, non è rimasto nulla altro che la delusione per parecchio tempo sprecato e… sottratto alle lezioni”.
Concludendo?
“Sono rimaste solo la desolazione e soprattutto l’inutile recinzione, che peraltro comincia ad essere divelta e scardinata dai vandali: uno spettacolo veramente mortificante”.
E delle colture che ne è?
“Tutte le piante, trascurate, si sono seccate, il terreno è inaridito: un deserto”.
Insomma: che ne è stato della valenza educativa dell’orto didattico?
“Volatilizzata, come neve al sole!”.