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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Folla di perugini alla chiesa di San Giuseppe al Crocevia per ascoltare la lectio magistralis di Fabio Palombaro

Un’opportunità offerta e perfettamente organizzata da Borgo Bello

Folla di perugini alla chiesa di San Giuseppe al Crocevia per ascoltare la lectio magistralis di Fabio Palombaro. Un’opportunità offerta e perfettamente organizzata da Borgo Bello, come da noi anticipato. 

PERUGINERIE San Giuseppe. Una splendida occasione per rilanciare la Chiesa dei Falegnami al Crocevia. Una tre giorni di iniziative

Introduzione di Orfeo Ambrosi, fondatore dell’Associazione. E, oggi, braccio destro del presidente della Confraternita don Riccardo Pascolini. 

FOTO - Folla di perugini alla chiesa di San Giuseppe al Crocevia per ascoltare la lectio magistralis di Fabio Palombaro


(foto Sandro Allegrini)

L’architetto Palombaro, conoscitore dell’urbanistica perugina, non si è limitato a presentare le emergenze storico-artistico-architettoniche, legando fede, cultura e socialità. Ma ha presentato, ad ampio raggio, il contesto legato alle vicende delle origini e dei trasferimenti di curatele e proprietà dell’Ospitale.

Dalla fondazione (pontificato di Eugenio III) con la denominazione Signori del Santo Sepolcro (prima che Cavalieri), giù per le scansioni cronologiche fino ai Cavalieri di Malta. Compreso l’orientamento mutato della chiesa, nel 1857.

I secoli, le trasformazioni, le acquisizioni ai privati, il monumento alla famiglia di un illustre cavaliere (Raffaele dei Pazzi di Firenze, morto nel 1608). La chiusura da parte di Paolo III, la Guerra del Sale e la “caccia” a Mario Podiani, committente del Crocifisso del Ciburri, esposto sulla bacheca di piazza IV Novembre, la spoliazione, il restauro di Serafino Siepi, il degrado dell’utilizzo come officina di un marmista.

Sul tema, Palombaro ha pubblicato un volume di cui daremo conto nella rubrica LETTI PER VOI.

La parte più seduttiva è stata quella relativa alle opere d’arte contenute. E qui il discorso si è fatto ancora più interessante. A far capo dalle sculture lignee del francese Charles D’Amuelle, provenienti dalla chiesa di San Donato dei Falegnami, effigianti San Giuseppe e la Madonna con Bambino.

Interessanti gli affreschi individuati da Francesco Santi sulla cantoria o quelli sull’intradosso dell’arco di ingresso tamponato col Cristo flagellato, San Bonaventura cardinale, San Cristoforo.

C’è anche da rilevare che il recente rifacimento stradale della parte alta di corso Cavour ha consentito di effettuare preziosi rinvenimenti e chiarimenti in ordine alla struttura del complesso architettonico.

Poi l’affresco murale più antico con Vergine e Bambino tra gli angeli, San Bernardino sant’Ansano, protettore contro il mal di stomaco, polmoni e trachea offerti alla sua preziosa tutela.

Notazione di forte interesse quella legata al distacco di affresco, fatto restaurare dal Santi. La testa della Vergine è chiaramente ottocentesca. La composizione della pittura rappresenta un san Sebastiano trafitto e sanguinante come non mai, una Madonna che protegge la popolazione dalla peste (la stessa in cui morì il medico Gentile da Fabriano, chiamato a debellare il morbo “attaccaticcio”).

L’affresco, staccato da uno dei sottarchi, in conseguenza dei crolli verificatisi per effetto della guerra, ha consentito di reperire la più antica rappresentazione della Virgo Misericordiae esistente in Perugia.

I cartigli (una specie di fumetti d’antan) sono interessanti, sia per il contenuto (in termini storico-devozionali), sia sul piano linguistico-antropologico, con speciale riguardo a chiari riferimenti all’uso del dialetto perugino. Ne riparlerò in uno specifico servizio. Basti qui ricordare che il dialogo avviene fra il popolo orante, San Sebastiano e la Santa Vergine.

Una constatazione s’impone. Che, cioè, i perugini sono desiderosi di conoscere la propria storia. Specialmente quella celata tra gli edifici, sacri o profani, meno frequentati. Quando c’è la possibilità, partecipano.

Notazione si servizio. La chiesa di San Giuseppe dei Falegnami è aperta (a cura di Borgo Bello, nella persona di Orfeo Ambrosi) nei giorni di martedì e venerdì, dalle 8:00 alle 12:00. Liturgia ogni martedì alle 10, celebrata dal parroco di San Domenico. Possibilità offerta dal rettore don Riccardo Pascolini, parroco dell’Unità Pastorale numero 7. Dunque, tante buone occasioni per frequentare questo gioiello custodito nello scrigno dell’acropoli.

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