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Palazzo dei Priori apre le porte ai cittadini e svela le stanze sconosciute e ricche d'arte

Firmato il protocollo d’intesa per realizzare il progetto “Civitas Perusina - Storia, arte e istituzioni a Palazzo dei Priori”

Palazzo dei Priori apre le sue porte ai cittadini per mostrare le sale che, in genere, non sono visitabili in quanto utilizzate per fini istituzionali. Il progetto “Civitas Perusina – Storia, arte e istituzioni a Palazzo dei Priori”, voluto da Comune di Perugia, Nobile Collegio della Mercanzia e Nobile Collegio del Cambio, punta a creare un nuovo itinerario museale per la miglior fruizione dei luoghi della storia, dell’arte e dell’assetto civico all’epoca del libero Comune.

Il Palazzo pubblico di Perugia è chiamato “dei Priori” a documento della plurisecolare suprema magistratura che era a capo del “reggimento” del libero Comune, quella dei dieci Priori, e che tale rimase fino all’epoca napoleonica sotto l’egemonia delle due principali arti e il concorso delle restanti. Gli arredi, gli affreschi e le decorazioni, le composizioni di quei luoghi della vita pubblica, proiezione della ricchezza guadagnata con i commerci e della magnificenza di queste istituzioni, testimoniano l’importanza di questa grande casa della Civitas Perusina e il rilievo che rifletteva verso l’interno e verso l’esterno. Lo stesso per cui, a metà del secolo XIV, il civis Perusinus Bartolo da Sassoferrato, il più grande giurista dell’età di mezzo, scrisse che tale era l’importanza raggiunta da Perugia che «facit haec lex quod civitas Perusina non subsit Ecclesiae nec Imperio».

La formula - sintesi simbolica di cittadinanza, storia, arte e istituzioni – amplia, e in modo integrato e unitario, la conoscenza dell’edificio dove dal Medioevo avevano espressione l’autonomia e la capacità di Perugia e da cui si irradiava la fioritura culturale, architettonica e artistica della Città.

Grazie a questo Protocollo d’intesa, non appena i circuiti museali torneranno accessibili al pubblico, verrà inaugurato questo viaggio guidato nella storia cittadina. Comprenderà la visita del Collegio della Mercanzia, con i suoi pregiati arredi lignei, del Collegio del Cambio, con il ciclo pittorico del Perugino, e tre sale del primo piano del Palazzo, ad oggi riservate all’uso amministrativo e pressoché precluse al pubblico: la Sala Rossa, con il poderoso affresco di Dono Doni (1572); la Sala Gialla, affrescata da Matteuccio Salvucci con le storie di San Francesco e San Domenico; e la sala del Consiglio comunale, con la Pietra della Giustizia (1234) e con la lunetta dipinta da Pinturicchio.

Il circuito museale comunale (che comprende anche la Cappella di San Severo, il Museo Civico di Palazzo della Penna e il Complesso Templare di San Bevignate) accresce così la propria offerta con quest’innovativa formula di partenariato: un’offerta a cittadini, studenti e turisti; un nuovo servizio per la Città.

“L’accordo raggiunto con i Nobili Collegi della Mercanzia e del Cambio – afferma il Sindaco Andrea Romizi – permetterà di offrire a perugini e turisti la possibilità di conoscere Palazzo dei Priori in tutto il suo valore storico, artistico ed istituzionale. La sala Rossa, la sala Gialla e la sala del Consiglio comunale cesseranno di avere solo una funzione politico-burocratica per aprire nei fine settimana le loro porte e la loro bellezza al pubblico, nell’ottica di un duplice utilizzo: amministrativo e turistico”.

“Il significato dell’accordo – afferma l’assessore alla Cultura Leonardo Varasano – è notevole e fa sì che il palazzo comunale possa essere valorizzato al massimo grado per la sua peculiare storia artistica e istituzionale, come già avviene in casi analoghi in altre grandi città italiane ed europee. Tre frammenti intimamente connessi da almeno 500 anni di storia della città, Comune di Perugia, Nobile Collegio della Mercanzia e Nobile Collegio del Cambio, riescono così a restituire il preziosissimo valore di Palazzo dei Priori nella sua unitarietà. Con il nuovo itinerario si potrà comprendere e apprezzare al meglio l’importanza istituzionale del libero Comune in una chiave al contempo di storia politica e di storia dell’arte”.

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