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Ospedale di Perugia, intervento "unico" in Italia: 59enne torna a camminare

Eseguito, per la prima volta in Italia, intervento percutaneo mini invasivo di stabilizzazione lombare

Una nuova procedura," la prima in Italia". E "solo cinque casi in Europa". Il Santa Maria della Misericordia annuncia che "l’equipe della Struttura Complessa di Neuroradiologia dell’ospedale di Perugia, diretta dal dottor Andrea Fiacca, ha eseguito il primo intervento in Italia completamente percutaneo (attraverso piccoli accessi tramite la cute) di stabilizzazione lombare su un paziente di 59 anni affetto da lombalgia cronica che gli procurava dolori e problemi di deambulazione".

Questo tipo di procedura chirurgica, prosegue la nota, "è chiamata fusione intersomatica lombare anteriore e posteriore e viene eseguita tramite chirurgia tradizionale. Per la prima volta è stata invece effettuata per via percutanea, con tecnica mininvasiva, attraverso due piccole incisioni cutanee di circa 1 centimetro mediante guida fluoroscopica (raggi X) utilizzando l'angiografo biplano della sala Neuroangiografica".

La procedura, spiegano dall'ospedale, "è durata circa un'ora, in anestesia locale e sedazione profonda. Il paziente, dopo un breve periodo di osservazione, è stato dimesso recuperando subito la possibilità di deambulare perfettamente".

L’intervento "è stato eseguito dall’equipe medica di Neuroradiologia interventistica extravascolare (dottor Roberto Pantaleoni e dottor Lucio Bellantonio), con il contributo del team infermieristico di sala (diretto dal dottor Gianluca Castelletti) e quello tecnico (diretto dal dottor Romano Trippolini). Indispensabile anche il team anestesiologico diretto dal dottor Fabio Gori (anestesista di sala dottoressa Anna Boanelli)". La tecnica percutanea, conclude l'azienda ospedaliera, "ha numerosi vantaggi, in particolare, essendo una procedura mini-invasiva, permette l'intervento in regime di Day-Surgery con la dimissione del paziente nella stessa giornata. Questo tipo di trattamento (in casi selezionati) consente, inoltre, di evitare l'intervento chirurgico tradizionale che prevede il posizionamento di barre e viti metalliche, con tempi maggiori di degenza ospedaliera e convalescenza". E ancora: "La fusione somatica anteriore è stata ottenuta impiantando, nello spazio tra le vertebre, una gabbia espandibile sia in larghezza che in altezza mentre, per la fusione posteriore, è stato posizionato un dispositivo di bloccaggio (chiamato interspinoso-interlaminare percutaneo) per evitare al paziente lo scivolamento delle vertebre".

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