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La storia infinita dell’orologio della Perugina volge (forse) al termine

Dall'Inviato Cittadino la segnalazione della necessità di recuperare quel cimelio a forte caratura identitaria

La storia infinita dell’orologio della Perugina volge (forse) al termine, dopo anni di negligente disattenzione. Se ne è parlato nel question time di ieri in Consiglio comunale.

La segnalazione della necessità di recuperare quel cimelio a forte caratura identitaria è uscita proprio da queste colonne, a firma dell’Inviato Cittadino (Un prezioso cimelio della fabbrica del cioccolato Perugina conservato alla scuola Comparozzi di Madonna Alta). 

A volerla dire esattamente, l’impulso provenne da Cesare Barbanera, eminente figura della Società di Mutuo Soccorso e amante della città. Cesare ricordava i meriti di Giacomo Santucci il quale prelevò quell’orologio fra le macerie della demolita Perugina e si fece cura di apporlo all’elementare Comparozzi, come segno di continuità fra le generazioni. 

Il sottoscritto (anche in nome e memoria del “direttore Giacomone”) raccolse la segnalazione di Barbanera e si fece carico di parlarne con la consigliera Lorena Pittola, che si premurò di attivarsi per il recupero di quel manufatto ormai fuori uso. Non fu facile nemmeno farlo smontare dalle elementari Comparozzi: cavilli, ostacoli, ritardi, impedimenti.

Ne abbiamo seguito e raccontato le vicende con una serie di servizi esclusivi.

Per il restauro (ha ragione Numerini nel dire che non si tratta di Art Bonus) si fece avanti il gruppo facebook Pulchra Perusia, nella persona dell’amico Leonardo Belardi. A quel punto mi permisi di segnalare il laboratorio di orologeria Pazzaglia di Piazza Ansidei, polo artigianale di sicura affidabilità.

Quel manufatto, perfettamente restaurato, giace da circa 18 mesi in quel laboratorio, ingombrandone gli spazi.

Ora, su domanda di Sara Bistocchi, l’assessore Otello Numerini afferma che c’è l’intenzione “di ricollocarlo quanto prima a Fontivegge, sotto la pensilina dell’ascensore, grazie anche alla disponibilità di Umbria Mobilità per il montaggio, lo spazio per l’allocazione dell’orologio e la fornitura di corrente elettrica necessaria per il suo funzionamento”.

Tutto è bene quel che finisce bene. Anche se dall’inizio dell’impresa e la sua realizzazione ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti.

Ma una sottolineatura e un garbato rimprovero mi piace avanzare ai due esponenti della politica locale.

La Bistocchi avrebbe almeno potuto (o dovuto?) nominare chi e quale giornale lanciò l’idea del recupero.

Numerini avrebbe almeno dovuto ricordare i meriti della consigliera Lorena Pittola, che si prese a cuore di assecondare l’iniziativa, e del gruppo facebook Pulchra Perusia che ha finanziato il restauro. Per la verità storica, non altro. Tutto qui. Questione di buona creanza. Se volete: di stile.

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