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Giovedì, 25 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Oggi, San Giuseppe Falegname, festa del papà

Iniziative, tradizioni, detti perugini

Oggi, San Giuseppe, facciamo il punto sulle origini della Festa e su aspetti identitari della città.

Il culto religioso di San Giuseppe risale all’Alto Medioevo ed è noto nel Trecento. Intorno a quel periodo, alcuni ordini religiosi cominciarono a osservare la festa il 19 marzo che, secondo la tradizione, sarebbe dies natalis, ossia il giorno della sua morte. La festività di san Giuseppe fu inserita nel calendario romano da papa Sisto IV, intorno al 1479.

Le frittelle della tradizione. Ne abbiamo già parlato nell’edizione di ieri ricordando l’eccezionalità della frittura concessa in tempo di magro e di Quaresima. 

PERUGINERIE Domani, San Giuseppe, tra festa del papà, frittelle dolci e detti popolari 

2 C'è passato San Giuseppe co la pialla (disegno di Marco Vergoni)La sacra Famiglia, prototipo di santità. San Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente riconosciuti come la Sacra Famiglia.

Non solo 19 marzo, ma anche 1° maggio. Lo stesso Giuseppe falegname è celebrato il 1° maggio, in occasione della Festa del lavoro. Come antitesi alla festa “sinistrorsa” dei lavoratori.

Questa scelta è relativamente recente e risale al 1955, per volere Pio XII, con la definizione della Festa di san Giuseppe Artigiano, non falegname. C’è chi infatti sostiene che lo sposo virginale di Maria Santissima fosse non falegname, ma carpentiere o forse ebanista.

Nel Vangelo Gesù è chiamato “il figlio del carpentiere” e ricordare il Santo in questo giorno significa per la Chiesa riconoscere la dignità del lavoro umano come dovere dell’uomo e prolungamento dell’opera del Creatore

Ecco alcuni detti legati al Santo.

Quando una donna ha il seno piatto, si dice ironicamente “C’è passato San Giuseppe ncla pialla!”.

C’è chi – laicissimo e sacrilego – lo definisce “patrono dei mariti traditi”, per via di quel “putativo” che lo contraddistingue.

Le chiese perugine a Lui dedicate. Perugia (per quanto a mia conoscenza) ha venerato Giuseppe con la costruzione di ben due chiese. La prima, all’attuale civico 38 di via Oberdan, è documentata dal XIII secolo. Nel 1597 fu assegnata alla Compagnia dei Falegnami, ma nel Seicento maturo venne inglobata nell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia. Ne resta il portale, sovrastato da un architrave con tre figurine: due inginocchiate, una in piedi.

La seconda è bellissima e intatta: si trova in via Marconi, all’altezza del Crocevia. All’interno, affreschi antichi di recente restauro [vedi altro servizio in data odierna]. La chiesetta è tuttora officiata con messa mattutina il martedì.

Toponomastica perugina. La via San Giuseppe collega l’area alla sommità della Porta S. Antonio e omonimo viale con via Eugubina (S. Erminio, zona rotatoria).

Al tempo dei ‘carrozzoni’. In questa strada ripidissima, i ragazzi della Pesa si lanciavano incoscientemente coi “carrozzoni”, ossia con trabiccoli in legno montati sopra quattro cuscinetti di recupero, scartati da qualche officina meccanica. Di traffico ce n’era poco. Ma il ginocchio sbucciato era un evento piuttosto comune.

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