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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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NUVOLE di Antonio Carlo Ponti | Nuove strade, nuove parole, nuove storie per emozionarsi o indignarsi

“Nuvole“ è sui blocchi di partenza. È sprinter o mezzofondista? Si vedrà. Sostituisce “Schegge“ che è andata in congedo in un librotto di 125 pezzi – dal 25
agosto 2020 al 31 dicembre 2022 – che uscirà a maggio prossimo. Se le schegge possono ferire o feriscono, le nuvole sono leggiadre e se gravide di pioggia amiche dei raccolti che ci nutrono e dei fiumi gonfi e placidi e delle falde che ci dissetano. Gianluca Prosperi mi rammenta “Nuvole“ di Aristofane, ma sì, l’autore di “Lisistrata“: voi maschi non fate che farvi guerra e noi femmine non facciamo più amplessi con voi; dunque sciopero o serrata: gli hippies fate l’amore non la guerra, noi donne d’Atene gridiamo basta sesso. Nuvole? Comincerei con 2 momenti mensili di rodaggio e si vedrà. Un dato è certo, ero ansioso di ritrovare i miei 1.000 e passa lettrici e lettori. Si scrive per loro.

Sono come diceva Indro Montanelli i soli padroni del giornalista, non l’editore o il politico o il finanziere pur se sono gli imprenditori i dòmini dei giornali e degli altri media (non sto qui a fare nomi che tutti conoscono). Spetta al giornalista non cedere a malìe o a pressioni. La verità prima di tutto. Bellezza è verità verità è bellezza, no? e che dire della libertà (di stampa articolo 21 della Costituzione del 27 dicembre 1947) baluardo della democrazia che anche quando è zoppa è il terreno fertile delle libertà e dei diritti umani? La censura è l’asfissia della realtà. E su che cosa scrivere, con leggerezza? Le nuvole sono fatte d’aria e di acqua, navigano nei cieli, candide, grigie, ocra al tramonto, leggere, sbuffi o batuffoli, striature, frammenti, talvolta scheggiate o a raggera. Nimbi, cirri, strati, cumuli. Ci sono pittori che le hanno ritratte mirabilmente. Bastano John Constable e René Magritte? 

Nuvole 1 è una sorta d’introduzione a una nuova avventura, di un Autore che non sa dove andrà a parare, un tuffo nel vuoto, nell’ignoto, dove ci stanno i leoni, oltre le colonne d’Ercole, questo è non sapere che cosa, dove, quando, come, perché. No forse il perché mi è fumosamente noto. Perché vi voglio bene

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