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INVIATO CITTADINO I mestieri, e gli attrezzi di un tempo, rivivono in via Oberdan

Un raro spaccato storico e antropologico nelle vetrine del Museo del Giocattolo

I mestieri, e gli attrezzi di un tempo, rivivono in via Oberdan, alle vetrine del Museo del Giocattolo. Uno spaccato storico e antropologico di rara efficacia. Qualcosa da mostrare alle giovani generazioni, perché lo imparino. Ma anche ai meno giovani, per non dimenticare.

Inesauribile Luciano Zeetti, inventore e animatore di uno dei più importanti musei d’Europa. Capace di conservare memoria e memorie. Anche attraverso attrezzi ormai desueti. 

FOTO - I mestieri, e gli attrezzi di un tempo, rivivono in via Oberdan, alle vetrine del Museo del Giocattolo


(foto Sandro Allegrini)

Penso al banco da falegname, dotato degli attrezzi d’ordinanza: raspe, pialle, colla e seghe e trapano a mano. Ben prima che il motore e il lavoro in serie togliessero fascino e unicità a quanto usciva dalla bottega, fra segatura e ritagli.

E poi il deschetto da calzolaio. Rivedere la lesina (per bucare il cuoio prima di passarci il filo), la pece, i ferretti e i chiodini per fissarli, le forme di legno, pinze e tenaglie.

E ancora il materiale da sartoria. La macchina da cucire a pedali, il manichino, la riga e la squadra per il taglio, il cuscino puntaspilli, il metro flessibile, setini, cotone e canapini.

Tutto questo evoca un mondo in cui eravamo tutti più poveri. Ma, come si dice, non ci mancava nulla.

Fra quegli oggetti d’antan il cartello e alcuni attrezzi pesanti che l’orafo Aldo Poeta volle donare. Qualcosa, mi dicono, ha preso il collega e amico più giovane Primo Tenca. Altri materiali ingombranti li ritirò Luciano. E Aldo ne fu felice. Sarebbe bello ritrovare il cartello “Aperto per ferie” con cui l’arguto orafo ironizzava sulla mania delle vacanze. 

PERSONAGGI PERUGINI Quando Aldo Poeta metteva, in via Rocchi, il cartello "Aperto per ferie"

PS. Un viaggio nella memoria. Vedere il deschetto da calzolaio e i materiali da sartoria è stata per me un’emozione. Impossibile non (ri)vedere mio nonno Francesco, calzolaio, e mio babbo Giuseppe, sartore. Tradizioni di famiglia che ho cercato di riprendere. “Cucendo” insieme notizie e parole.

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