INVIATO CITTADINO Morrarte, guarda dove metti i piedi
Apre oggi una mostra strepitosa di Giuman
Morrarte, guarda dove metti i piedi. Apre oggi una mostra strepitosa di Giuman.
Morra: fra natura, arte, storia e leggenda. Una nicchia preziosa che lega il territorio al passato e al presente. Un destino che radica solidamente nella storia. Un’avventura che orgogliosamente continua.
Tracce della dominazione romana (soprattutto nell’epoca dei martiri cristiani). Ma anche il passaggio tra il Quattrocento e il Cinquecento.
Poi la Resistenza. Quando Angelo Ferri costituì la banda partigiana “Gruppo armato Morra”, che si unì alle bande di Badia di Petroia e di Monte Santa Maria Tiberina.
Morra che è castagne e frutti del bosco. Ma anche San Crescentino, alla cui costruzione contribuirono, con elemosine e lasciti, poveri e ricchi. Fino a chiamare, ai primi del 1500, Luca Signorelli. Che ha lasciato qualcosa di memorabile.
A questa tradizione d’arte si lega la mostra odierna di Giuman all’interno dell’Oratorio. Quale migliore occasione per conoscere questa località della nostra regione?
(foto Sandro Allegrini)
NOTAZIONE PERSONALE. A Morra ho iniziato il mio lavoro di insegnante. Avevo due (dico 2) alunni (Fausto ed Eugenio) ai quali fornivo nozioni di lingua latina. La nostra aula, durante le vacanze di Natale, veniva usata come stalla per rimettere i maiali. Ne restava l’inconfondibile odore al ritorno dopo l’Epifania. Il parroco di allora, don Ettore, visto il mio sconcerto, mi invitava a fare lezione in canonica. Aiutato dalla fida perpetua, fra una declinazione e una coniugazione latina, mi passava salsicce e spuntatura arrostita al fuoco. Divenimmo amici. Tanto che chiesi a don Ettore l’impegno di celebrare il mio matrimonio. Non fece in tempo. Ricordi di sapori e umori, di affetti e confidenza che porto nel cuore. Come Morra, luogo della memoria e del rimpianto.