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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Attualità Centro Storico / Via Guglielmo Oberdan

INVIATO CITTADINO Pensando all'Ucraina. Inaugurata la mostra “Disarmati” in via Oberdan

Le parole di Varasano: 'Una proposta di terribile attualità'

Papercraft weapons. Armi di carta… come la testa dei guerrafondai. Inaugurata la mostra “Disarmati” in via Oberdan. Le parole di Varasano: “Una proposta di terribile attualità”. L’iniziativa risale infatti a quindici anni fa. Ma i tragici eventi bellici del momento la rendono tragicamente contemporanea. Quando si dice “stare sul pezzo”.

L’installazione – che allora ebbe luogo all’ex chiesa della Misericordia – è stata riproposta in chiave ridotta (ossia una selezione di quel progetto) nelle due vetrine in uso al Museo del Giocattolo di Luciano Zeetti. Certo, non ci sono più le trincee e il filo spinato. Ma tante foto ironiche sì. E non hanno perso efficacia di denuncia e irrisione.

L’idea, semplice e geniale, era stata partorita dalle vulcaniche menti del grafico e creativo Marco Vergoni (mai troppo rimpianto) e del fotografo-scrittore Franco Prevignano. All’iniziativa aderimmo in tanti. E fummo ritratti con le variopinte dis-armi, create da Marco Vergoni utilizzando materiali di recupero,

La rassegna fotografica – che effigia un centinaio di Rambo “de nojaltre” – prevedeva che ciascun personaggio imbracciasse un’arma, provocatoriamente realizzata con rotoli di carta igienica e materiali di scarto. A dimostrazione di una forte ironia contro il militarismo ottuso che vede nelle armi un mezzo per la soluzione dei contrasti. 

FOTO - Perugia, “Disarmati” in via Oberdan

“Una manifestazione di convinto pacifismo – dice l’Assessore alla Cultura – iscritta nel Dna capitiniano della nostra città”.

Una mostra – racconta Prevignano – che raccolse allori in Umbria, con trasferte anche a Terni, Assisi, Città della Pieve.

Sta di fatto che – in occasione del Festival del Giornalismo – Luciano Zeetti ha pensato di riproporla. In quel luogo che dovrebbe divenire appannaggio del Museo del Giocattolo. Per far sì che, nell’acropoli, esista anche uno spazio permanente per i bambini e la loro formazione ludico-educativa.

Così, alle 17:00 di ieri pomeriggio, un manipolo di cittadini si è riunito in via Oberdan, sfidando la pioggia, per riproporre una sfida, rilanciare una provocazione che il tempo non appanna. Perché, la si legga come “Disarmàti” o nella forma imperativa “Disàrmati”, poco cambia. “Per dire – afferma Varasano – che le uniche armi che noi vogliamo imbracciare sono quelle del dialogo, dell’intelligenza, della socialità, del rispetto”.

Fra i convenuti anche Argentina, la vedova di Marco. A raccogliere e consegnare il testimone di una decisa volontà di sbeffeggiare la violenza e chi la pratica in ogni sua forma.

Quel libro-documento è ancora un prototipo esemplare di arte e di cultura. Ne parleremo nella rubrica LETTI PER VOI. Ricorda Prevignano: “Il ricavato dalla vendita del ricco catalogo edito da Ali&no è stato devoluto ad organizzazioni non governative operanti in zone di guerra”.

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