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INVIATO CITTADINO Monteluce, 'canellina' addio. Eliminato l’ultimo simbolo di quel luogo storico

Piazzale di Monteluce, canellina addio. Eliminato l’ultimo simbolo di quel luogo storico monteluciano. Invero condiviso fra gli abitanti della Pesa e quelli di Monteluce, bambini, ragazzi e adulti

Piazzale di Monteluce, canellina addio. Eliminato l’ultimo simbolo di quel luogo storico monteluciano. Invero condiviso fra gli abitanti della Pesa e quelli di Monteluce, bambini, ragazzi e adulti.

C’era una volta il piazzale, luogo di gioco e socialità. In tempi non multimediali, il ludus dei ragazzi non si svolgeva davanti a una consolle, ma in luoghi pubblici molto frequentati. Fra questi, il “piazzale de Monteluce”, lungo via Brunamonti, sulla destra procedendo verso l’ex Ospedale Policlinico.

Nei pomeriggi (ma anche al mattino, in periodo di vacanze), bambini e ragazzi si incontravano su questo spiazzo non asfaltato, circondato da piante ombrose, con sedute sia sotto la scarpatina che attorno al rondò centrale. I più grandi giocavano a calcio, i più piccoli a nascondino. Gli adolescenti ci sostavano aspettando il passaggio delle ragazze straniere ospitate dalle sottostanti Clarisse (una volta, l’Inviato Cittadino e altri due ragazzi, passarono la notte arrampicati sopra un olivo, assediati da un cane ringhioso. Finché al mattino qualcuno non venne a liberarli).

Oltre ai ragazzi, il posto era frequentato da mamme e nonni con bambini piccoli, attratti dalla frescura del luogo.

Punto di riferimento sicuro per darsi una rinfrescata, una ripulita o farsi un “nocerino” (come allora si chiamava la bevuta di acqua pubblica proveniente da Nocera) era, appunto, la “canellina”.

Si trattava di una colonnina in pietra con al centro il tubo di deiezione al quale si avvicinava la bocca.

Per molti anni quel manufatto è stato disabilitato e circondato da nastro e transenne, perché colpito da un’auto in manovra.

Ora hanno completato la demolizione e, in quel riquadro occupato dalla fontanella, hanno spalmato una copertura di catrame. Un bel modo di mettere a posto. Ossia: si fa prima a distruggere che ricostruire. I sassi di risulta stanno accumulati da una parte, in aderenza alle scalette che da via Brunamonti conducono all’ex giardinetto (foto).

Quel luogo, come troppi altri, è ormai incatramato e trasformato in parcheggio, sempre intasato al massimo. Della canellina non c’è più traccia e mai ve ne sarà. Se non nel ricordo di chi ormai non ha l’età, né la voglia, di correre a perdifiato e dissetarsi al suo getto generoso. Perché – è stato scritto – il ricordo è l’unico paradiso dal quale nessuno potrà mai cacciarci. Così si cancella la storia “minore”. Sic transit gloria mundi.

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