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Attualità Centro Storico / Corso Giuseppe Garibaldi

INVIATO CITTADINO Peccato chiudere il monastero per capricci no-vax

Santa Caterina, un monastero ricco di storia, arte, spiritualità

Voi non vi vaccinate… e io vi chiudo. Peccato chiudere quel monastero di Santa Caterina, ricco di storia, arte, spiritualità. Una strada, corso Garibaldi, doviziosa di monasteri: benedettine, clarisse, domenicane, silvestrine… senza trascurare le stimmatine e i frati di Monte Ripido.

Ma il virus non perdona negligenze e colpevoli omissioni. Non ha pregio la condizione di clausura rispetto alla minore possibilità di contagiarsi. Dura lex ses lex. “Dura”, si fa per dire. Ché i milioni di vaccinati (laici o religiosi) confermano l’efficacia del trattamento. E l’entità del rischio di reazioni negative… prossima allo zero.

Ciò che meraviglia è la pervicacia con cui ci si sottrae. Specie da parte di religiose, use “a obbedir tacendo”. Ché di obbedienza qui non se ne vede proprio.

Quello che più spiace, nella circostanza, è perdere una fetta di storia civile e religiosa della città.

Per non parlare del fatto che verranno neglette anche le bellezze alle quali si accede attraverso il portale disegnato dall’Alessi: semplice, fittile, ma di rara eleganza. All’interno la volta affrescata da Mattia Batini  del 1718 (Storie della vita di Santa Caterina d’Alessandria), le tele dello stesso Batini (Concezione della Vergine) e di Benedetto Bandiera, oltre al ciborio marmoreo (del 1700) a forma di tempietto ionico.

Impossibile non ricordare le celebrazioni alla vigilia della Pasqua con don Elio e tanti suoi fedeli. Cerimonie semplici, profondissime e toccanti. Alle quali dovremo per sempre rinunciare. Non solo perché non è più tra noi don Elio, nobile figura di educatore, sacerdote, giornalista, teologo di altissima spiritualità. Lo porteremo sempre nel cuore.

Per non parlare delle più recenti celebrazioni di monsignor Fausto Sciurpa, nostro compagno di università, priore dei canonici della cattedrale, filosofo e teologo di vaglia.

Urta, francamente, il fatto che un manipolo di suore “ribelli” abbia scelto di rifiutare un vaccino. Appunto – ma non solo – per questo, viene chiuso un convento. Soluzione sacrosanta, meritatissima, ma non piovuta come fulmine a ciel sereno. Era da tempo che quella struttura conventuale era al centro del mirino: più d’una cosa non funzionava. Non si possono “importare” persone e vocazioni. E quell’ispezione è stata sollecitata in alto loco. Non certo su iniziativa del cardinale Bassetti che, giunto al capolinea del suo compito, aveva di meglio da fare che pensare a chiudere un monastero. Rifiutare un vaccino sembra poco, ma è grave forma di disubbidienza verso una chiarissima posizione papale. O siamo all’anarchia anche in convento? O si deve prestare credito alle bufale di vaccini come pozioni demoniache, frutto di feti abortiti, miscelati nel frullatore con riti urticanti?

Lasciamo perdere, che è meglio! Senza scomodare il Medioevo, qui siamo alla preistoria, al delirio, al vaneggiamento. Lasciamo queste idee ai satanisti. Il cui potere si potrebbe annullare con esorcismi che solo l’amico Fernando Sulpizi, ora in esilio dal suo Sant’Agostino, potrebbe praticare. Senectus ipsa morbus? Cultura e carismi in disuso? Tristezza di fedele e di amico. Una volta il cardinale mi indirizzò (per un’inchiesta giornalistica) a questo sacerdote agostiniano, coltissimo e generoso. E fu subito amicizia.

Mala tempora currunt… sed peiora parantur. Insomma: il peggio deve ancora venire? Non ci si venga poi a lamentare se la gente perde la fede. Se sono questi gli esempi… non c’è da aspettarsi molto di meglio.

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