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La polemica - Rimossa da Youtube la diretta della messa dell'oratorio perugino: "Contenuto inappropriato"

Problemi anche con il copyright dei canti della celebrazione. I responsabili: "La liturgia non è adatta ai bambini? Sugli altri social mai avuto problemi"

La messa domenicale è un contenuto sensibile e quindi si può rimuovere dai canali social? È quanto si domandano i fedeli dell’unità pastorale e dell’Oratorio Giovanni Paolo II che ieri, dopo pochi minuti, si sono visti rimuovere il collegamento da Youtube in quanto “contenuto inappropriato”. La messa, in questo periodo di impedimenti dovuti al Coronavirus, è stata trasmessa senza problemi sin dall’inizio dell’emergenza.

Così i responsabili della pagina Facebook dell’oratorio GP2 si scusano “con coloro che ieri mattina (10 maggio) si fossero collegati su Youtube per seguire la diretta della Santa Messa, ma che hanno visto bloccarsi il video per cause non dipendenti da noi, ma da una situazione abbastanza strana” con tanto di fotoracconto di screenshot per ripercorrere la vicenda.

“Dopo 4 minuti e 12 secondi il video su Youtube viene bloccato e rimosso – si legge nella ricostruzione - ‘rimosso per contenuti inappropriati’ (non indica altro se non il fatto che noi abbiamo indicato che è destinato anche ai bambini…)”. Una rimozione per la quale Yuotube non “specifica la motivazione, cioè la materia precisa delle tante norme della community – prosegue il post - non è stato il copyright sul canto di ingresso "Dio regna" (a volte, ebbene sì, Google ti segnala che hai usato musica protetta da copyright, anche se trattasi di canti della messa... tuttavia, se il video non è monetizzato, fa solo ‘reclamo’, ma non lo toglie... in qualche modo, ci pensa Google, grazie! Evidentemente, cantore e strumentista li fanno così bene che sembrano quelli originali)”. Scatta immediatamente il ricorso, chiedendo spiegazioni: “Dopo pochi minuti dal ricorso, Google permette la pubblicazione dei 4 minuti (che potrete trovare qui)”, ma non il resto.

“La Messa è contenuto inappropriato? O non è destinata ai bambini?” ci si domanda a metà tra l’ironia e la retorica: “Sicuramente, il problema è causato dall'algoritmo di Google e, siamo d'accordo, che ‘può capitare’ – conclude la nota - Ancora grazie a chi si fosse collegato su Youtube e abbia dovuto prendere atto dell'interruzione di funzione religiosa e del proprio diritto di seguirla... su Facebook non abbiamo avuto questo problema, ma non tutti hanno Facebook!”.

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