INVIATO CITTADINO La prima volta di Piazza del Melo: l’esperienza mercatara dello svuotacantine sfonda in centro storico
Un numero forzatamente limitato di espositori, ma presenze di rilievo e significative novità
La prima volta di Piazza del Melo. L’Esperienza mercatara dello svuotacantine sfonda in acropoli.
Un numero forzatamente limitato di espositori, ma presenze di rilievo e significative novità.
Tutto l’armamentario del riciclo, con oggetti interessanti a prezzi popolari. Quali si convengono a un’iniziativa volta a creare momenti di socialità, non solo commerciale.
I peccati di Gola del Santo Serafico. Fra gli espositori Emanuela Azzarelli che perpetua la tradizione francescana di Jacopa de’ Settesoli, nobildonna romana che fu seguace di Francesco. Lo viziò anche – come recita un cartiglio – offrendogli i mostaccioli, preparati con impasto di farina e mosto d’uva.
Il Santo amava questi biscotti “buoni e profumosi”, tanto da chiederne – così vuole la vulgata – anche al momento del passaggio.
Emanuela (in foto con l’organizzatrice Norwena Chiara) è una cuoca che – causa pandemia – ha perso il lavoro, ed è diventata “spacciatrice di dolcezze”, in specie dei famosi mostaccioli. Racconta: “Un sacerdote mi ha profetizzato che sarà questo lavoro a restituirmi serenità”.
Altra novità artigianale una speciale “mucca” metallica che frontalmente è una scultura, mentre da dietro è un piccolo armadio-dispensa in cui riporre alimenti e quant’altro. Miracolo di lattoneria, realizzata in lamiera da dodici decimi. E poi un orologio che segna l’ora di tre fusi orari. È costruito in ferro battuto.
Non tutto, ma di tutto. Si trova anche l’impensabile. Oltre alla tradizionale merce. L’Inviato Cittadino ha trovato tre cravatte di firma a un euro. E un cofanetto portagioie per una nipotina. Domani, appuntamento al Parco dei Rimbocchi per un altro Mercatino dell’incontenibile Norwena.