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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Incontri con menti alterate", 40 anni di professione nel libro dell'avvocato Paolo Panichi

Quattordici racconti di altrettanti clienti "tipo", nati durante il periodo di confinamento casalingo imposto dal Covid-19

Paolo Panichi è avvocato, un professionista vecchio stile, con lo studio per ricevere i clienti e studiare strategie difensive, le giornate divise tra cancellerie e aule d’udienza. Il suo lato meno conosciuto, tutto da scoprire è quello della pittura, che coltiva tra gli impegni della professione. Il lungo periodo di confinamento dovuto al Covid, però, ci svela un altro lato dell’avvocato Panichi: quello dello scrittore.

Gli avvocati scrivono, comparse, difese, atti, migliaia di pagine di documenti processuali, ma dietro ogni carta c’è una persona, un caso umano. L’avvocato Paolo Panichi li ha raccolti, scegliendo quelli più rappresentativi per la sua storia personale e professionale, ed è nato “Incontri con menti alterate”.

“Con la pandemia da Covid 19 e con le conseguenze che la stessa ha provocato nelle menti di molti miei conoscenti, già provate dalla crisi economica iniziata nel 2008, che perdura a tutt'oggi e che sono totalmente tracollate con i lockdown a partire dal marzo 2020 in poi. L'assenza di contatto fisico, di aggregazione, il danno economico, uniti alla paura di contrarre il virus ha causato negli individui effetti psicologici o psichiatrici devastanti: il possibile contagio ci ha insegnato a guardare le persone con diffidenza, con sospetto, ad essere comunque più cattivi, maldisposti, irascibili, ed irrazionali. Dal 2020 quasi tutti vivono una condizione di fatica, di stress psicologico continuo e di una insicurezza generalizzata. Mosso da insopportabili comportamenti di alcuni clienti da me patrocinati quale avvocato in questo ultimo anno e mezzo, d'impulso ho sentito la necessità di descriverli e con tale intento mi sono soffermato sia su vicende recenti, che su altre occorse nei miei quaranta anni di professione. Ho iniziato con un primo racconto “Medolli il Pidocchio” che ho pubblicato sulla mia pagina Facebook riscuotendo un immediato successo che mi ha indotto a scriverne altri, anche questi pubblicati sullo stesso social a loro volta ben accolti. Vedendo il plauso accordatomi mi sono determinato a scrivere un intero libro dal titolo molto esplicativo: ‘Incontri quotidiani con menti alterate’. Esaurite le copie della prima edizione a fine Ottobre ne è stata pubblicata una seconda con l’aggiunta di un quindicesimo racconto, il tutto arricchito da una gratificante e dotta prefazione del professor Raffaele Iannuzzi, filosofo, storico, letterato e giornalista collaboratore di quotidiani nazionali come il Tempo, l'Avvenire ed il Secolo d'Italia”.

Quattordici racconti in 40 anni di professione immagino che siano il frutto di una cernita tra una casistica più ampia, perché ha scelto questi?

“La cernita è avvenuta sia pensando alle persone conosciute che in primis a caratteri patologici tipizzati: il pidocchio, il mendace, il truffatore, l'avaro, il manipolatore di persone, il paranoide, l'ossessivo, il cretino, il bipolare. Certamente per una mente ‘Alterata tendente sempre alla truffa’ avrei avuto senz'altro più persone da descrivere; pertanto mi sono limitato ad un solo soggetto, il più caratterizzante, per ogni patologia. Diversamente avrei potuto scrivere almeno cento racconti, ma sarebbero stati ripetitivi”.

Quale mente alterata le è più cara e perché?

“Quella narrata nel quattordicesimo racconto: ‘Sgraffignanti Sgraffino il Ladro Truffatore Patologico’ perché per la grave alterazione mentale di cui era affetto questa persona avrei potuto scrivere un intero romanzo intero”.

In questi casi l'avvocato fa anche lo psicologo, l'assistente sociale, il confessore?

“Assolutamente sì. Ove l'avvocato non fosse dotato anche di capacità valutativa della mente umana, a perer mio avrebbe notevoli difficoltà a svolgere la propria professione. L'avvocato deve essere oltre che preparato giuridicamente pure un fine psicologo perché deve comprendere i veri intendimenti del cliente, delle controparti oltre che quelli del giudice e dell'avvocato avversario. Verso il cliente l’avvocato deve provare empatia ed essere sempre pronto a condividere e ad assumere quanto più possibile su di sé la preoccupazione ed il dolore di questi. Talvolta dopo il lavoro da psicologo è necessario svolgere anche quello di assistente sociale, ma ciò avviene molto raramente, quasi sempre invece l'avvocato è simile ad un confessore”.

Progetti futuri?

“Andare in pensione dal primo febbraio 2022 dopo quaranta anni di professione legale e 40 anni di piena contribuzione; rimarrò comunque iscritto all'Albo forense per patrocinare le cause dei clienti più affezionati. Se Dio vorrà dedicherò molto più tempo alla pittura che mi ha già dato molte soddisfazioni avendo potuto esporre i miei dipinti anche a Strasburgo, Mosca e Parigi (Louvre), quindi continuare a dilettarmi anche con la scrittura. È già pronto un secondo libro, un romanzo breve ‘Il Vizio e l'Amore’ che sarà edito ad aprile 2022”.

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