rotate-mobile
Attualità Monteleone di Spoleto

Carenza di pediatri in montagna, la sindaca Angelini: "Servirebbe maggiore assistenza per l’infanzia come ai tempi dell'Onmi"

Monteleone di Spoleto, le mamme sono costrette a prendere l'auto e recarsi in altri comuni. Diminuiscono anche i medici di famiglia

Paesi di montagna senza pediatri, ma con i bambini e le mamme sono costrette a prendere l'auto e recarsi nella città più vicina. E la sindaca di Monteleone di Spoleto lancia la proposta (ironica e provocatoria): "Servirebbe l'Onmi". Cioè l'Opera nazionale maternità e infanzia, creata da Mussolini nel 1925 per la tutela delle madri e dei bimbi in difficoltà e rimasta in funzione fino agli anni '70, quando i servizi vennero inglobati nel servizio sanitario nazionale.

"Nelle zone montane – spiega Marisa Angelini sindaca di Monteleone di Spoleto - forse servirebbe un ritorno ad una simile assistenza visto che oggi a Monteleone di Spoleto, 600 abitanti, 50 bambini 0-14 anni, il pediatra non fa mai ambulatorio. In tutta la Valnerina 10 comuni, più o meno 13.000 mila abitanti ed un quarto, secondo le statistiche, sono da attribuire alla fascia 0-14. C’è un solo pediatra. Le giovani mamme, per poter far seguire i propri figli da un pediatra di libera scelta, devono recarsi in altri comuni. Inoltre il problema si allarga perché sul territorio italiano anche i medici di famiglia, che facevano più o meno tutto sul territorio di un comune, sono in netta diminuzione".

La sindaca Angelini lo ricorda personalemente "quando all’interno dell’attuale comune a Monteleone di Spoleto c’erano la scuola elementare e al piano di sotto il medico condotto, e una volta la mese c’era l'Onmi - scrive Angelini - Lo ricordo bene quel salone che era preceduto da un enorme sala d'attesa un po' buia. Erano gli anni '60 ed una politica attenta alla famiglia, ma direi alla sana crescita dei bambini, metteva a disposizione un medico pediatra ed un assistente d’infanzia puericultrice".

Così una volta al mese "tutti i gli infanti venivano visitati, la puericultrice aiutava il medico spogliava e pesava i bambini, li misurava d’altezza. Il medico gli sentiva le spalle osservava le gambe , la colonna, la testa. Un vero e proprio rito e l’assistente riportava tutto su delle schede che poi riponeva in uno schedario. Ricordo che davano gratis anche il latte in polvere e medicine - prosegue Angelini - Era una sorta di appuntamento dove le mamme venivano consigliate e dove c’era anche una levatrice che raccoglieva i consigli del medico pediatra e gestiva poi per il resto del mese le visite a domicilio. Quello che oggi noto, è che quella capillarità al controllo dell’infanzia non esiste più".

Per Angelini mancano le politiche che mettono al centro il rapporto madre-figli, la loro crescita. "L'Onmi ha assistito tutti i  bambini di Monteleone di Spoleto, come è stata presente in tutti gli altri comuni della Valnerina - conclude Angelini - Chissà se il servizio sanitario nazionale potrà essere ancora ripensato e se potranno ancora esistere centri  di assistenza pediatrici per la protezione della maternità e dell’infanzia anche nelle aree interne dei  piccoli comuni?".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Carenza di pediatri in montagna, la sindaca Angelini: "Servirebbe maggiore assistenza per l’infanzia come ai tempi dell'Onmi"

PerugiaToday è in caricamento