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Matteo Fronduti, il "Coffee" che con i suoi graffiti ha fatto il giro del mondo

Originario di Valfabbrica, è l'autore dell'opera che raffigura il campione di basket Rodman in tuffo. Il suo "pezzo" apprezzato anche dall'autore dello scatto del 1997

 Sam Forencich, fotografo Nba, il 7 marzo 1997, realizzò uno degli scatti più iconici del basket degli ultimi anni. C’è Dennis Rodman, più volte premiato come migliore difensore della Lega, che vola a prendere un rimbalzo. Vola letteralmente verso gli spettatori della prima fila, intenti a godersi un Chicago Bulls-Indiana Pacers. Sono i Bulls di Micheal Jordan, Scottie Pippen e del “verme”, il giocatore più colorato della storia, più eccentrico, folle. Sam Forencich qualche tempo fa ha scritto un messaggio, lo ha indirizzato a Matteo Fronduti di Valfabbrica. Di notte portiere in un albergo, di giorno artista. Migliaia di chilometri superati da quel volo di Rodman di 25 anni fa. Perché Matteo, che mastica street art e graffiti da anni, è l’autore dell’opera che ha fatto presto il giro del mondo. Passando, attraverso internet, sulle pagine social italiane più famose di appassionati di basket, sui siti specializzati. Fino a che la foto di quello che era stato in grado di realizzare è stata condivisa sulla pagina istituzionale della Federazione internazionale di basket. E allora, anche Sam Forencich l’ha notata e ha notato l’arte di Matteo. “Onorato di aver realizzato uno scatto che dopo tutti questi anni è ancora in grado di stimolare emozioni e reazioni”. Più o meno questo gli ha scritto complimentandosi.

Matteo Frodnuti: il Coffee, Rodma e il suo mondo in vernice spray

L’opera del Coffee, il suo nome d’arte, è a Bastia Umbra, sul muro che l’amministrazione comunale ha messo a disposizione dei writer. Una porzione lunga e stretta che si è prestata perfettamente per la riproduzione di quella immagine, secondo il suo stile, “tra il figurativo e il realismo”, spiega Matteo che si ispira a Caravaggio per realizzare le sue “tele” su cemento. “Ho cominciato con lo stile più propriamente da graffito – racconta – poi sono passato gradualmente al figurativo, prediligendo questo stile” che lo distingue in una “scena”, quella perugina, piuttosto dinamica e creativa. “Decisamente sì anche se nel tempo è cambiata. In passato era più fortemente legate alla cultura hip hop, ora questo legame è meno stretto e c’è una maggiore apertura e condivisione”. Insomma, nessun confine geografico, nessun “territorio” da presidiare anche attraverso tag e graffiti. Quanto più una comunità con le sue regole non scritte, ma che convive, spiega, in modo costruttivo e pacifico. “L’area di Bastia è autogestita di fatto. Per la natura della street art, i graffiti sono destinati a durare un tempo preciso, poi vengono ricoperti da altre realizzazioni. È una di quelle leggi non scritte che tutti accettiamo, nel rispetto uno dell’altro”.

Una passione, quella per la vernice spray, che Matteo, studente dell’istituto d’arte, ha abbracciato, dice, “un po’ per emulazione”, per poi farla propria e prendere la sua strada. E con la pandemia ha iniziato ad affiancare alle opere “classiche” sulle pareti, suo anche il murale dedicato al dj Sauro Cosimetti, suo amico e compaesano, scomparso recentemente, anche opere su tela, “una cosa nuova per me, ma non potendo uscire di casa per il lockdown, mi sono adattato”. “Perché continuare a dipingere sui muri? Perché, come i treni a cui il graffitismo si lega dalle origini, i muri sono visibili da tutti, da chiunque. Ti ci imbatti, non ci devi andare appositamente. E se ci pensi, in fin dei conti, da sempre l’uomo ha usato le pareti, a partire dalle caverne, per lasciare un segno di sé”. Matteo il Coffee un primo segno sembra proprio averlo lasciato. Unendo le due passioni, basket e arte, per un’opera che, al pari della foto a cui si rifà, è oggi conosciuta in tutto il mondo.

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