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INVIATO CITTADINO Velimna, celebrato il primo matrimonio etrusco al chiostro di San Domenico

Sposa bagnata, sposa fortunata… Celebrato, nell’àmbito di Velimna, il primo matrimonio etrusco al chiostro di San Domenico, dato che il maltempo ha tenuto lontani dalla Necropoli del Palazzone gli arditi interpreti di un antico sponsale

Sposa bagnata, sposa fortunata… Celebrato, nell’àmbito di Velimna, il primo matrimonio etrusco al chiostro di San Domenico, dato che il maltempo ha tenuto lontani dalla Necropoli del Palazzone gli arditi interpreti di un antico sponsale. Ma forse è stato un bene, se pensiamo che si celebrava non il trionfo della morte, in clima da necropoli, ma un momento di gioia e condivisione, degno di un contesto vitale, come il giardino storico del complesso monumentale domenicano.

Come sia, la “cerimonia” è andata benissimo, col Gruppo storico de “I Rasenna” di Cerveteri, fraterni sodali degli antenati dei ponteggiani.

I 40 figuranti, tutti in costume etrusco, hanno dato vita alla cerimonia presieduta da Zilath, il grande magistrato, con l’ingresso nell’area sacra del corteo di guardie, aruspici, musici, della sacerdotessa di Uni, equivalente della Iuno-Giunone romana, divinità etrusca pronuba e garante di sicura fertilità e conseguente numerosa discendenza.

Oltre agli sposi, genitori, parenti, amici a far festa al rito nuziale.

L’evento matrimoniale è stato preceduto – ci racconta l’amico cronista Gino Goti – dal dono agli sposi, del “lebes gamikos”, vaso simbolico del patto nuziale da cui gli sposi compiono il rito bevendo vino, dopo essersi divisi una focaccia.

Quindi lancio del farro, musiche e danze che hanno trascinato il numeroso pubblico dislocato sotto i portici del chiostro. Una kermesse partecipata e coinvolgente, anche per chi è abbigliato in abiti del 21.mo secolo.

Giove Pluvio, Tinia per gli Etruschi (presente, con fulmini in mano, con un ponteggiano doc… a destra della foto) ha voluto essere clemente, distribuendo pioggia e vento prima e dopo la cerimonia. Ma non “durante”. Graziando i protagonisti, coperti alla leggera e dunque esposti alle sferzate degli agenti atmosferici.

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