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La città e il mondo della cultura piangono la scomparsa di Mario Torelli, archeologo e figura di riferimento internazionale

Torelli è stato ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana all’Università di Perugia, dove è rimasto attivo per 35 anni. Ha tenuto corsi nelle maggiori università europee, americane e canadesi

La città e il mondo della cultura piangono la scomparsa di Mario Torelli, archeologo classico, etruscologo, accademico dei Lincei, figura di riferimento internazionale. Un personaggio accreditato da decine di pubblicazioni che hanno proposto prospettive e chiavi di interpretazione assolutamente originali, fatte proprie dagli studiosi di tutto il mondo.

Torelli è stato ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso l’Università di Perugia, dove è rimasto attivo per 35 anni. Ha tenuto corsi nelle maggiori università europee, americane e canadesi, da Oxford a Bristol, dalla Sorbonne, ad Ann Arbor e Princeton.

Le sue pubblicazioni, fra articoli e volumi, ammontano a diverse centinaia. Voglio ricordare “Storia degli Etruschi” (1990) e “Dei e artigiani: archeologie delle colonie greche d’Occidente” (2011).

Mario Torelli fu omaggiato dal Comune di Perugia, nel 2012, col Baiocco d’Oro  per meriti di  carattere culturale. Ricordo, con dispiacere, che a quella cerimonia, tenuta alla Sala della Vaccara, erano rara avis gli esponenti del mondo universitario. Una delle ragioni di questa distanza è riconducibile al fatto che Mario era uno studioso rigoroso e non compiacente. Non vezzeggiava nessuno, tanto più se non lo stimava. Disprezzava le convenienze. Non era complice o indulgente. Nemmeno verso se stesso. Era però capace di grandi slanci, come in occasione della laurea di un suo allievo, il giovanissimo Simone Nardelli, che aveva elaborato una tesi sui ritrovamenti archeologici in quel di Monteluce. Lo vezzeggiò con fare affettuoso e paterno, per me commovente, conoscendolo fin da bambino ed essendo amico di famiglia.

Mario Torelli era uomo di vasta e generosa cultura. Quando Primo Tenca gli chiese di tenere una serie di conferenze su temi di etruscologia, alla Sala Miliocchi del Borgo d’Oro, a favore dell’Associazione Vivi il Borgo, Mario rispose con entusiasmo e svolse temi di sicuro interesse, dimostrando che non può esserci scienziato che non sia ottimo divulgatore.

Ho un altro ricordo personale che mi piace condividere. Proprio in uno di questi incontri alla Miliocchi, Mario Torelli ebbe modo di stigmatizzare il modo approssimativo con cui erano stati condotti certi importanti scavi nelle viscere della Vetusta. Al termine della conversazione, gli chiesi, in privato colloquio, se ritenesse il caso che ne  scrivessi. La sua risposta fu: “Non faccio mai affermazioni delle quali non sono personalmente convinto. Scrivi pure quello che ho detto”. Il risultato fu che il responsabile di quell’operazione rispose con una piccata controdeduzione, affidata alle pagine del settimanale cattolico “La Voce”. Il cui direttore, monsignor Elio Bromuri, mi disse che non aveva potuto sottrarsi a quella richiesta. Ma non accadde nulla. Torelli ne uscì assolutamente tranquillo e mi telefonò per ringraziarmi. Questo era l’uomo.

Infine, ricordo un colloquio, tenuto in presenza della sua gentile signora, sui temi degli intrallazzi universitari. Eravamo vicino al Brufani e Torelli si sfogò. Mi chiese però di tenere per me quello sfogo. E ancora me lo tengo.

Grazie, Mario, per quanto hai fatto per la cultura e per tutti noi. I tuoi libri e le tue riflessioni resteranno. Come la tua sottile irrisione, il tuo sguardo che coniugava curiosità e ironia.

IL CORDOGLIO DELLA TESEI - Un pensiero a Torelli lo ha dedicato anche Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria: "Mario Torelli lascia un enorme vuoto sia nelle sfera culturale ed accademica che in quella umana -.Rimangono con noi, però, i suoi insegnamenti tramandati ai tanti allievi, il ricordo delle sue lezioni dentro e fuori l’Università, gli studi, le scoperte, le ricerche e le pubblicazioni. Torelli, con la sua presenza, ha arricchito e dato lustro alla nostra regione, da lui scelta come luogo dove risiedere dopo gli anni di insegnamento. Alla sua famiglia - conclude la 'governatrice' - vanno le più sentite condoglianze a nome della Giunta regionale e dell’Umbria tutta”.

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