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Perugia in lutto, è morto Euro Roscini: il ricordo dell'Inviato Cittadino

Ci ha lasciato Euro Roscini: giornalista, scrittore, storico della città

Ci ha lasciato Euro Roscini, giornalista, scrittore, storico della città. Una persona sensibilissima, schiva, ma non asociale. Appartata, eppure non indifferente alla storia e al decoro della città. Non aveva molti amici, anche perché il carattere non facile ed esigente gli impediva d’imbrancarsi.

Era un originale: nel vestire (immancabile cappello a falde larghe), nel mangiare (di orientamento naturalistico), nel muoversi con discrezione. La personalità molto selettiva gli impediva di intrattenere rapporti con persone che non stimava.

Abitava in una traversa di corso Garibaldi, in una casa su più piani. Amava l’arte e la letteratura. Tentò un esperimento di grande generosità verso artisti giovani e sconosciuti. Me ne dette notizia l’architetto Mauro Monella che mi invitò a conoscere una sua speciale iniziativa. Euro aveva offerto una piccola Galleria d’arte, realizzata al pianoterra di locali in via dei Tornitori. Purtroppo l’esperimento non decollò, perché nessuno volle aiutarlo: non c’era niente da guadagnare.

Iscritto all’Ordine dei giornalisti, Euro Roscini aveva operato attivamente fin dagli anni Sessanta. Collaborando saltuariamente con le redazioni di quotidiani locali. Aveva scritto parecchio, di edito e inedito. La pittrice Serena Cavallini ricorda quando, alla fine degli anni Novanta, Euro creò un foglio dal titolo “Il frantoio dell’Arte”. Vi collaborarono personaggi come la stessa Cavallini, Giuseppe Agozzino, Gustavo Cuccini, grafici e scrittori. Il periodico ebbe vita breve (solo quattro numeri) perché Euro era capace di entusiasmarsi, ma anche di disamorarsi rapidamente. Perché altri innovativi progetti si affacciavano alla sua mente inesausta e vulcanica.

Mi donò diversi libri, fra i quali uno abbastanza difficile su una interpretazione tridimensionale della realtà, della società, dello spirito. Mi chiese se ci avessi capito qualcosa e sinceramente risposi di no. Evidentemente, la sua mente operava in modo divergente, ma il suo ragionare appariva lucidissimo e coerente. Scriveva: “Sono convinto che tutta la REALTÀ è materia, e ne affermo la TRIDIMENSIONE. Nella sua esemplificazione estrema, la raffiguro con tre linee intersecate/ortogonali che i falegnami, i muratori e i fabbri del mondo chiamano ALTEZZA, LUNGHEZZA e LARGHEZZA. Tre assi - come assiomi - per ogni punto o cosa del reale: ovvero DIMENSIONI nette, inscindibili, irrinunciabili”.

Era anche poeta sensibile. Scriveva, fra l’altro: “Le prime sono tre [altezza, lunghezza, larghezza] da sempre: / nette / definitive / inconfondibili. / Le mie misure invece / le mescola il vento volubile / (ed io per dispetto gli fo altrettanto)”.

Euro era della razza dei borgaroli di Porta Sant’Angelo, un rione che ha fornito personaggi di sicura originalità. Soprattutto persone stravaganti, ma perbene.

Di apertura capitiniana, Euro accoglieva chiunque ne avesse necessità. Si mostrò disponibile coi numerosi studenti che frequentavano le lezioni di Palazzo Gallenga, senza il possesso dei prerequisiti di carattere linguistico. Si offriva di aiutarli ad acquisire i fondamentali della lingua e dell’antropologia italiana e perugina. Ciao, Euro. Non ti dimenticheremo.

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