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Venerdì, 19 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Il manifesto LFF 2022 celebra Tognazzi e Gassman, tra Amici Miei e Sorpasso

Un capolavoro che evoca i manifesti strappati di Mimmo Rotella

Il manifesto Love Film Festival 2022 celebra Tognazzi e Gassman, tra Amici Miei e Sorpasso. Un capolavoro, che evoca i manifesti strappati del nuovo realismo di Mimmo Rotella. Col valore aggiunto della creatività materica, tipica dell’Art Player Mamo (al secolo Massimiliano Donnari).

Un 8 adagiato sul fianco, a simulare un paio di occhiali appoggiati sul tavolo. Come a dire: occhi puntati su un doppio anniversario che ha segnato la storia della commedia all’italiana.

E brandelli di manifesti di “Amici miei” (Mario Monicelli), “Il sorpasso”, e “In nome del popolo italiano” (Dino Risi) che evoca il tema giustizia, sul quale quest’anno si puntano i riflettori.

Quell’OTTO diventa una pista in cui corrono due auto dorate, modellini in resina, dai cui tubi di scappamento non esce fumo ma pellicola bianco-grigiastra. Qualcosa di analogo era accaduto con lo spruzzone in mostra anche a Villa Fidelia, dopo via Mazzini, polemiche connesse e tanta autoironia. 

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L’opera ha per nome GASTOTTO, acronimo di Gassman, Tognazzi e otto, che è il numero della corrente edizione del Festival. Le scene riportate sono quella di Tognazzi-‘conte’ Antonello Mascetti, che spiazza il povero vigile urbano. Quel termine bizzarro, “supercazzola”, è entrato perfino nello Zingarelli, per indicare una sequenza di parole senza alcun nesso logico, ma in grado di provocare nell’interlocutore una sensazione di smarrimento e di imbarazzo.

L’altra scena in foto vede Gassman e Trintignant. Mentre entrambi i mattatori stanno nel film dedicato al tema giustizia.

Che dire? MaMo è artista emerso di recente nel panorama locale e nazionale. Ma la sua robusta dose di creatività lo pone a centro dell’attenzione, non senza qualche polemichetta strumentale, fra il generale di UJ e lo Spruzzone allo champagne che fece tremare i polsi dei comunisti di razza. 

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Come siano le cose, di MaMo ricordo la prima mostra alla Galleria Artemisia dell’indimenticabile Peppe Fioroni. Fu per me fin troppo facile vaticinarne l’affermazione.

PS. Quell’8 adagiato ricorda il simbolo dell’Infinito. Che voglia alludere all’inesauribile vena creativa di questo immarcescibile creatore di artistiche provocazioni?

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