INVIATO CITTADINO Lo scrittore perugino Federico Mazzi al Salone del Libro di Torino
Una presentazione il 21 di maggio
Federico Mazzi è lo scrittore che ambienta le sue storie gialle fra i travertini della Vetusta. È in uscita da ‘infuga Editore’ la novità costituita da “Frammenti di anime come schegge impazzite”, il secondo libro di Federico.
Si tratta del prequel di “Note stonate di un carillon nella notte”, già accolto con apprezzamento dalla critica e dai lettori.
Entrambi appartengono al genere thriller, ambientato a Perugia. In questo filone le due opere si ricollegano ai libri di Santi Parlagreco, l’ingegnere editore siciliano, perugino d’adozione, inventore del commissario Serafino. O anche al lavoro di Federico Castagner e ai suoi noir.
In “Note Stonate” si racconta di un cadavere scoperto nei boschi di Perugia. La sfida del commissario Martelli è una corsa contro il tempo. Trovare il colpevole è la massima priorità per il poliziotto e la sua squadra, ma le indagini sembrano girare su se stesse e gli indizi non portano a nulla.
La domanda è quali interessi possano indurre qualcuno a uccidere in modo tanto brutale. Forse non si tratta soltanto di un omicidio. Forse esiste un disegno più grande che deve essere svelato per evitare che il male colpisca ancora.
Intanto, le note di un carillon riempiono una cantina polverosa. È questo il suono della paura? È questa la melodia del dolore?
Ma c’è anche un delitto maturato nel paese che ospita i resti mortali di Pietro Perugino. Circa il libro in uscita, la storia si apre col cadavere di una ragazza, cullato dalle gelide acque del Tevere. Un brutale duplice omicidio a Fontignano. Anime strappate dalle loro vite e ridotte in frammenti come schegge impazzite. Intanto, un temibile predatore osserva tutte le mosse del commissario Martelli e dei suoi uomini. Avrà il commissario la forza di resistere? Potrà dare voce a chi non ce l'ha?
Un’uscita in grande. Segnaliamo ai lettori che il 21 maggio il volume sarà presentato al salone del libro di Torino.
Spigolatura personale. Conosco Federico da quando è nato. Ed è per questo che gioisco del suo successo. I suoi nonni, Rina e Alberto Mazzi, hanno vestito mio padre sul letto di morte. Un dono di amicizia che non dimenticherò mai. Da via Torcoletti a via della Viola. In piena, solidale e affettuosa peruginità.
Da ragazzino, mi divertivo a scarrozzare il babbo di Federico, Sauro, la cui famiglia, di antico benessere, lo aveva dotato di una carrozzina strepitosa. Costituiva il mio unico divertimento. Quando, come si dice, eravamo poveri ma non ci mancava la gioia di vivere. Accontentandoci del poco. Che ci sembrava tanto.