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INVIATO CITTADINO La Liberazione di Perugia passa attraverso numerose Porte cittadine... e Archi. Ecco i fatti

Riflessioni di carattere storico-toponomastico su una libertà recuperata. Con documentazione fotografica dei luoghi

14 settembre 1860. La liberazione di Perugia passa attraverso diverse Porte. Forse sei/sette/otto. Compresi gli archi, dove l’esercito piemontese transitò senza trovare resistenza. Riflessioni di carattere storico-toponomastico su una libertà recuperata. Con documentazione fotografica dei luoghi.

Sono quattro/sei/sette/otto le Porte e gli Archi attraverso i quali transitarono i soldati piemontesi per liberare la città del Grifo dal dominio papalino.

Si tratta di Porta S. Antonio, Arco dei Tei, Arco Etrusco, Porta Santa Margerita. E c’è chi aggiunge Il Bulagaio, Porta San Costanzo, Arco di Duccio, Porta dei Gigli. 

FOTO - La Liberazione di Perugia passa attraverso numerose Porte cittadine... e Archi

(foto esclusive Sandro Allegrini)

Ma teniamoci alle più importanti.

Da Porta Santa Margherita, entrarono gli zappatori di Sardegna. Trafelati, percorsero le scalette di via Bonaccia e, attraverso i poderosi colpi d’ascia inferti da Giovanni Ruggia, sfondarono le colossali ante, travolsero la fragile difesa dei papalini, risalirono via Alessi raggiungendo l’acropoli.

Il primo a entrare fu Giovanni Ruggia, da Romano Canavese, 21.mo reggimento di fanteria. Fu decorato con medaglia d’oro. Ecco perché i Perugini decisero di intitolargli una lapide, a perenne memoria, all’ingresso del Manu, conferendogli anche la cittadinanza onoraria. Ne abbiamo qui tracciato la vita e le opere ardimentose.

La storia del primo eroe della liberazione di Perugia dal giogo pontificio

Da ricordare che durante questa operazione venne ferito a morte il giovane capitano piemontese Tancredi Ripa di Meana, raggiunto dai colpi sparati (si dice) da San Domenico.

I bersaglieri del De Sonnaz (16° battaglione), entrarono invece dalla Porta S. Antonio, dove una lapide ne ricorda l’eroismo. Una nuova lapide più recente è stata collocata all’interno di corso Bersaglieri, a cura dell’Associazione Porta Pesa-Borgo S. Antonio di Francesco Pinelli.

Qui è il caso di ricordare la figura della (cosiddetta) Bachina, una popolana borgarola che, qualche giorno prima, svelò lo stato dei luoghi [secondo la vulgata, spalancò addirittura le ante della porta] agli esploratori dell’esercito piemontese in avanscoperta e poi alle truppe

Davanti alla Porta, un monumentino al Bersagliere ricorda l’evento. Quella scultura bronzea venne rubata ed è stata sostituita da un’altra in ferro.

Furti "storici" a Perugia: quando, vicino alla Porta Sant'Antonio, si fregarono il bersagliere

L’istallazione della scultura (su progetto dell’ingegnere Claudio Minciotti) venne effettuata il 14 settembre 2014, come ricorda la targhetta alla base del supporto marmoreo. Si trattava di un bersagliere ripreso in corsa e con una fiaccola nella mano sinistra (foto). “Sculturina”, più che monumento, come si è enfaticamente sostenuto. Ma opera certamente efficace e di buon gusto. Poi se la fregarono.

Superata la Porta S. Antonio, i bersaglieri discesero per il corso che oggi porta il loro nome e passarono sotto la Porta della Pesa (Arco dei Tei). Poi si divisero. Un gruppo salì per via del Roscetto e raggiunse l’acropoli attraverso le scalette di via Bontempi. E passarono per la Porta dei Gigli.

Un altro gruppo percorse via Pinturicchio, passò sotto l’Arco Etrusco (la quarta delle Porte principali qui nominate) e risalì in piazza Grande percorrendo l’attuale via Ulisse Rocchi (allora via Vecchia). All’altezza della chiesa di San Donato, si verificò l’uccisione di un tamburino, fatto segno di un colpo di fucile sparato ad opera dei papalini. Ma del caso del sacerdote Baldassarre Santi (invero poco conosciuto) parlerò in un servizio che uscirà domani, in occasione del 162.mo anniversario del tragico evento.

PS. A proposito di Porte, secondo altri vanno anche incluse quella del Bulagaio (attraverso cui entrarono dei granatieri) e la stessa Porta di S. Pietro, attraverso cui giunsero cavalleggeri e artiglieria, sistemandosi al Frontone e nella basilica benedettina. Ma le Porte della conquista furono quelle sopraddette. E poi le altre e gli Archi (di minore importanza militare) citati nel servizio.

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