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Lab.Qua, ripartire dai quartieri per ritessere relazioni umane e sociali dopo la pandemia

Una rete di Comuni umbri accomunata dal progetto che vuole sostenere le comunità locali, fortemente provate dall’isolamento dovuto alla pandemia, costruendo Spazi Comuni riqualificati e aperti a cittadini/e di tutte le età.


Le comunità di Perugia, Umbertide, Montone, Passignano, Spoleto, Castel Ritaldi, Terni, Orvieto, Città di Castello e Foligno saranno collegate da un filo rosso nella riqualificazione di spazi locali, di quartiere, che possano diventare punti di riferimento aperti ed accoglienti per cittadini di tutte le fasce di età. Si tratta del progetto Lab.Qua. – Laboratori di Quartiere, promosso dal gruppo FORMA.Azione e presentato oggi a Perugia.
 
“Lab.Qua - commentato Anna Schippa, di FROMA.Azione - è un progetto che rientra nei programmi regionali finalizzati a realizzare interventi post-emergenziali correlati alla diffusione del virus Covid-19, in attuazione dell'accordo Stato-Regione Umbria 2019 ed è quindi finanziato dalla Regione Umbria con risorse del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha come capofila l’Associazione Borgobello di Perugia. Coinvolge 13 associazioni distribuite in tutta la regione, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni che emergono da ogni singolo territorio e che in questo momento di pandemia sono ancora più evidenti. Abbiamo cercato di mettere a sistema diverse realtà tra associazioni, gruppi di volontariato, diversi soggetti che a vario titolo fanno solidarietà. Parallelamente alla realizzazione del progetto si muoverà un comitato di valutazione e monitoraggio che farà emergere i punti di forza di ogni Lab.Qua e di ogni territorio, per metterli a sostegno anche degli altri territori coinvolti.”
"Lab.Qua nasce con l’obiettivo di favorire esperienze di cittadinanza - ha commentato Anna Schippa, di FORMA.Azione - di sostegno sociale ed intergenerazionale, attraverso azioni, attività e laboratori rivolti a tutti i cittadini che a seguito dell’isolamento e delle problematiche economiche e sociali divenute sempre più insistenti a causa della pandemia, necessitano di spazi di condivisione e confronto per tornare ad essere una collettività che si supporta a vicenda".
“Le 13 realtà che daranno vita ai Lab.Qua – ha commentato Fabrizio Croce coordinatore delle attività dell’Associazione Borgobello, soggetto capofila di progetto - hanno trovato terreno comune di condivisione nel target di riferimento, un quartiere cittadino, e nella vocazione alla promozione sociale nel territorio di appartenenza. Lab.Qua è un progetto che è stato finanziato per un anno di realizzazione, ma il nostro obiettivo comune è dare vita a dei modelli di collaborazione e di mutuo soccorso inediti e potenzialmente riproducibili, facendo in modo che dopo i primi 12 mesi gli spazi riqualificati ed utilizzati oltre che le iniziative proposte, possano autosostenersi e proseguire anche al termine del progetto stesso. A Borgobello ad esempio abbiamo iniziato da uno studio condotto da un antropologo per comprendere chi e quanti sono i cittadini, le attività commerciali e le varie emergenze presenti nel quartiere, in modo da avere chiaro a chi dobbiamo rivolgerci e quali sono le richieste a cui dare risposte.”
 
Mission del progetto è infatti restituire i servizi necessari ad ogni quartiere/città coinvolti, dopo averli analizzati e valutati in momenti laboratoriali in cui saranno coinvolti i cittadini che vivono quel quartiere, soggetti attivi che con la loro partecipazione saranno la trama di sostegno del quartiere stesso oltre che esserne i primi fruitori. L’offerta laboratoriale sarà declinata rispetto ai bisogni di diversi target: famiglie, giovani, anziani, disabili, categorie svantaggiate in genere.

La situazione attuale e la prospettiva futura

Il lockdown è servito da acceleratore di alcuni processi solidaristici, sono nate organizzazioni spontanee di cittadini, come una sorta di risposta civica alla situazione di emergenza, in grado di fornire abbigliamento e cibo ai propri vicini in difficoltà, creare una rete di supporto: da quello psicologico, a quello materiale per l’acquisto di farmaci e beni di prima necessità. Lab.Qua propone di mettere a sistema queste iniziative spontanee grazie alla creazione di 10 LABoratori di QUArtiere finalizzati a sostenere dinamiche di comunità inclusive e partecipative. I Lab.Qua sono spazi comuni che si adattano alle esigenze di ciascuno e che propongono iniziative molto diverse: dalle rassegne culturali, ai servizi alla persona, dagli sportelli di consulenza, ai servizi per famiglie, minori, disabili ed anziani.
 

Alcuni esempi degli interventi proposti dalle varie Associazioni coinvolte nei Lab.Qua

Mariella Nanni dell’Associazione Zoe di Foligno, che dal 2000 si occupa di coinvolgere i giovani nelle discipline del teatro e della cultura più in generale, racconta: “Per Lab.Qua ci rivolgeremo ad un pubblico tra i 14 e 35 anni con iniziative laboratoriali diverse e replicabili in base alle esigenze che emergeranno. Una novità che proporremo per gli adolescenti in particolare è il “Vlogging” un laboratorio di video e teatro che possa aiutare i ragazzi e le ragazze coinvolti ad usare al meglio i video ed i messaggi nei social network, portandoli a conoscere le insidie del web, con particolare attenzione all’odio on line, al cyberbullismo e a come contrastare la divulgazione delle fake news”.
 
Marco Romanelli dell’Associazione COFAD - Comitato Famiglie Disabili e Coordinatore di Progetto per la Cooperativa La Rondine di Città di Castello che si occupa di sostenere le famiglie con figli disabili: “Lab.Qua. per noi vuole essere un momento di promozione e valorizzazione di un’area di verde pubblico adiacente all’Opera Pia Muzi Betti, una struttura residenziale per anziani in modo che possa diventare un punto di ristoro e punto ricreativo per gli anziani, ma vogliamo anche renderla appetibile ai giovani affinché si crei un incontro tra generazioni, uno scambio di esperienze, saperi, sostegno. Nel bar che prevediamo di allestire come punto ristoro, lavoreranno i ragazzi disabili seguiti dalla cooperativa, ogni ragazzo potrà dare valore alle proprie competenze ed acquisirne di nuove, anche grazie allo scambio ed all’incontro sia con gli anziani della casa di riposo, sia con gli altri avventori. Il disabile è sempre visto come soggetto passivo a cui dare servizi ed offrire opportunità. Noi vogliamo che l’utente disabile sia soggetto attivo della propria comunità, a disposizione della comunità, che grazie al servizio offerto possa crearsi anche una piccola economia familiare.”
 
Luca Labarile dell’APS LA TARTARUGA di Terni: “Lavoriamo in ambito psichiatrico come sostegno esterno dei centri psichiatrici, ma nel tempo abbiamo iniziato a lavorare anche con i ragazzi delle scuole oltre che con i centri diurni. Per Lab.Qua. abbiamo deciso di proporre un “Book Crossing” cittadino allestendo piccole biblioteche fatte con delle cabine elettriche in disuso, che i ragazzi dei centri psichiatrici riallestiranno grazie al laboratorio di falegnameria che abbiamo già, per trasformarle in punti biblioteca da dislocare in vari quartieri di Terni, nei pressi di scuole, parchi pubblici o luoghi di incontro sociali ad esempio la bocciofila. Gli utenti dei centri psichiatrici si occuperanno del lavoro artigianale e della manutenzione delle cabine dopo il collocamento, nelle cabine oltre a creare delle mini biblioteche organizzeremo anche piccoli eventi di lettura a voce alta, inoltre stiamo riflettendo sull’opportunità di organizzare anche laboratori di teatro in modo da creare ulteriori occasioni di contatto per tornare a vederci ed essere vicini dopo questa pandemia, c’è inoltre l’idea di creare una radio web nelle scuole medie, grazie alla quale i ragazzi e le ragazze possano discutere delle loro problematiche, ma questo a partire da settembre/ottobre”.
 
Paola Quattoni dell’Associazione Sportiva Dilettantistica La Tartaruga XYZ di Orvieto che lavora con i disabili con l’obiettivo di superare le barriere fisiche ed architettoniche e le difficoltà psicofisiche in modo che attraverso lo sport le persone possano avere maggiori relazioni sociali e conoscere gli spazi e la città in cui vivono. “Per Lab.Qua organizzeremo un corso di ciclismo teorico e pratico per riqualificare uno spazio urbano in disuso che è il ciclodromo urbano, che è collegato al lungo fiume. Vogliamo dare un senso alla bici come mezzo di mobilità consapevole, che guarda all’ambiente in ottica green e alla mobilità sociale, infatti organizzeremo anche uscite di gruppo in bicicletta con i nostri ragazzi, ma aperte anche alla cittadinanza proprio nell’ottica di promuovere l’inclusione sociale e permettere a tutti di superare le barriere fisiche e le difficoltà psicofisiche. Altra azione che proporremo saranno delle camminate in particolare sul lungo fiume per realizzare laboratori di Land Art e fotografia che oltre al valore culturale, hanno l’obiettivo di favorire l’orientamento sul territorio, la conoscenza del proprio luogo di vita, altre attività che faremo saranno giornate dedicate alla pulizia del lungo fiume e del parco fluviale del fiume Paglia, quindi un orientamento e conoscenza della città che guarda alla socialità, ma anche ad atti di civiltà rispetto all’ambiente circostante”.

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