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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Attualità

Contro la guerra e la violenza nasce la Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace

Gli obiettivi sono quelli di “rafforzare l’impegno per la pace e, soprattutto, formare una nuova generazione di donne e uomini architetti e artigiani di pace”

Nella domenica del 24 settembre 1961 si svolse per la prima volta la Marcia per la pace su iniziativa del filosofo Aldo Capitini. A distanza di molti anni ma sempre nel mese di settembre e con la volontà di promuovere, con ancora più forza, il pensiero del filosofo perugino, è nata la “Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace”.  

Con sede a Perugia la nuova fondazione è “un nuovo strumento per costruire e diffondere la cultura della pace, della cura e della fraternità, argine e alternativa alla cultura della violenza e della guerra, dell’individualismo e della competizione selvaggia, della discriminazione, dell’indifferenza e dello scarto, dello sfruttamento delle persone, dei beni comuni e della natura”. 

Nata per volontà del gruppo di persone che da anni organizza la Marcia PerugiAssisi nella nota dell’organizzazione si legge: “La lunga grande assenza di una seria politica di pace e la pretesa di vincere la guerra con la guerra stanno alimentando una drammatica escalation militare globale che minaccia di trascinarci prima nel campo di battaglia e poi nell’abisso atomico”. 

E ancora: “Ma la guerra non è il solo problema. Siamo entrati nel tempo in cui la natura ci sta presentando il severo conto di tutta l’incuria e gli abusi che le abbiamo inferto, la guerra e la corsa al riarmo ci stanno impoverendo, la bomba dell’economia dell’ingiustizia, della competizione selvaggia e dello sfruttamento sta facendo esplodere le sofferenze e le disuguaglianze, centinaia di milioni di persone sono costrette a fuggire dalla morte e dalla miseria, l’intelligenza artificiale, insieme a tante opportunità, sta aprendo prospettive manipolatorie da incubo, le istituzioni democratiche sono sempre più in difficoltà e una diffusa violenza continua ad alimentare paura, ansia e sfiducia”. 

“Per affrontare questi problemi enormi che diventano ogni giorno più drammatici, è urgente una nuova e più ampia assunzione di responsabilità” concludono i promotori.

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