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L'INVIATO CITTADINO - Una strada intitolata a Meredith? Lasciamo riposare in pace quella povera ragazza...

Intestazione di una strada pubblica al nome di Meredith Kercher. Dicono alcuni perugini: “Lasciamo riposare in pace ciò che resta di quella povera ragazza. Una proposta che farebbe male alla città”. E aggiungerebbe – diciamo noi – discredito ulteriore a quello che ha già gravemente nuociuto all’immagine di Perugia. Non che, quella vittima innocente, non sia meritevole di memoria. Ma rivangare quell’episodio non giova alla città.

Una vicenda dolorosa, con un epilogo giudiziario discusso. Un solo colpevole, in carcere, in concorso con ignoti. Una pagina triste per la famiglia, per gli amici, per la storia della presenza studentesca fra i travertini della Vetusta. È impossibile calcolare in termini economici le conseguenze negative di quell’evento. Ma di certo ha allontanato tanti studenti da una città indicata e percepita come sentina di tutti i mali del mondo. Quante famiglie hanno pensato “Mia figlia là non ce la mando. Meglio Siena o qualunque altra città universitaria”. Non solo movida, che può avere il suo fascino, ma luogo di degrado morale e materiale, ricettacolo di tutti i vizi, dalla droga in là.

Anche la comunicazione ha fatto la propria parte. In negativo. Paginate di chiacchiere (poche le notizie) intorno a ciò che potrebbe essere avvenuto in quella casa tra via della Pergola e viale Sant’Antonio. Disse allora un politico: “Cosa c’entra Perugia? Uno è pugliese, un’americana, un’inglese”. Già. Hanno ucciso a casa nostra, ma noi non c’entriamo niente. Basta dividersi fra colpevolisti e innocentisti. La giustizia – come si dice – ha fatto il suo corso. Quella degli uomini: approssimativa e fallace. Di certo la vera innocente è quella ragazza che non c’è più.

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