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INVIATO CITTADINO L'imbrattatore del manifesto? Vegetariano forse, capitiniano no di certo

Ricordando Aldo Capitini, maestro nonviolento e… vegetariano. Il filosofo del palazzo dei Priori sosteneva convintamente il doveroso atto di affetto e il rispetto dovuto a tutti gli esseri viventi

Ricordando Aldo Capitini, maestro nonviolento e… vegetariano. Il filosofo del palazzo dei Priori sosteneva convintamente il doveroso atto di affetto e il rispetto dovuto a tutti gli esseri viventi. l’Uno-tutti dell’amore, il mondo delle coscienze, la condivisione. Questi erano i concetti sui quali batteva Capitini che scriveva: “Si ricordi anche che il vegetarianesimo richiede slancio, fede, appassionamento, senza cui non si fa nulla né di piccolo né di grande”.

Aldo Capitini, pacifista persuaso, divenne vegetariano proprio come testimonianza e, in qualche modo, adesione al pacifismo di Gandhi che professava il vegetarianesimo. Contrario a tutte le guerre, non solo espresse la sua disapprovazione a parole, ma iniziò di persona a disarmarsi anche verso gli animali, convertendosi al vegetarianesimo.

Ricordo personalmente che, nel furore della contestazione studentesca, uno studente decerebrato, nell’allora Facoltà di Magistero, vedendolo piuttosto debole e macilento (la malattia lo consumava) lo sfotté dicendo: “L’hai mangiata la lattughina?”. Aldo tirò dritto e scese a fare lezione.

Uno dei tanti esempi di tolleranza: anche verso i cretini che non la meriterebbero. Ecco perché mi suona incredibile che un vegetariano – ricordando le posizioni di Gandhi e di Capitini – possa dotarsi di una bomboletta per imbrattare con una scritta un manifesto. Sarà, ma non ci credo. Sarà, forse, vegetariano e nonviolento. Ma, certamente, non capitiniano.

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