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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO I precari Isuc: "Semplicemente ignorati"

“Il parere pro veritate di un grande studio legale ci conforta. Ma nessuno ha mai risposto. Hanno scelto di ignorarci”

I precari Isuc (Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea): “Il parere pro veritate di un grande studio legale ci conforta. Ma nessuno ha mai risposto. Hanno scelto di ignorarci”.

Dicono di averlo inviato all’amministrazione regionale precedente e a quella in carica. Ma quel documento (che risale al 2018) non è mai stato preso in considerazione. Insomma: non è stato degnato di una risposta. Neanche di semplice presa d’atto. Foss’anche di un puro e irrevocabile diniego. Di una parziale o totale divergenza interpretativa.

È vero che non sussisteva obbligo in tal senso. Ad ogni buon conto, l’Inviato Cittadino è comunque in possesso di questo documento e ritiene di pubblico interesse diffonderne le coordinate.

Il parere è stato redatto da un prestigioso studio legale associato della città.

Il punto primo svolge osservazioni in ordine alla natura giuridica dell’Isuc.

Il secondo si sofferma sull’applicabilità, al personale in servizio presso lo stesso Istituto, della procedura di stabilizzazione di cui all’art. 20 del D.lgs 25 maggio 2017, n. 75.

Quanto al primo aspetto, dall’esame statutario e normativo si evince (a parere di chi quel documento ha redatto) che l’Isuc ha il profilo di “ente pubblico regionale, a carattere strumentale, nel settore della ricerca”. Il che parrebbe giustificare il ruolo e le funzioni dei precari ai quali si è finora ritenuto non dover rinnovare l’incarico.

Costoro sarebbero comunque assimilabili a “dipendenti regionali” in quanto addetti a “funzioni strumentali”. Senza contare la forza del contratto di collaborazione coordinata e continuativa (alla data del 31 dicembre 2017) eccedente i tre anni.

Senza dilungarsi in tecnicismi che potrebbero annoiare il lettore, aggiungo che la risposta degli Uffici regionali, e le conseguenti determinazioni politiche attese in questi giorni, assumono certamente un rilevante interesse. Non solo per quelli che si sono ritrovati senza lavoro. Ma anche per la pubblica opinione e per la società civile nel suo insieme. Oltre che per il mondo della cultura che, senza l’Isuc, si troverebbe privato di un prezioso scrigno di documentazione, uno strumento di studio, un insostituibile ausilio alla ricerca storico-scientifica. E scusate se è poco.

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