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INVIATO CITTADINO Via della Viola, da strada morta a centro d'attrazione

Le opinioni dei residenti e dei frequentatori sulla movida in via della Viola

Movida in via della Viola. Forse è un bene, forse un male. Le opinioni dei residenti e dei frequentatori.

Da quando una strada morta e insicura è divenuta centro di attrazione di cospicue presenze giovanili, sono varie le opinioni che si dipanano intorno alla questione. Posizioni non solo diverse, ma addirittura opposte.

Sono stati aperti ristorantini che offrono buoni cibi a prezzi accettabili. E tanti luoghi di aggregazione che radunano giovani a iosa. Musica, piccoli eventi, dj set: tutto fa socialità. Tanto che, sia nella bacheca del Post Mod (già Modernissimo, cinema d’essai) che lungo via della Viola, dominano biglietti che invitano a non fare troppo rumore “per rispetto del vicinato”.

Addirittura, causa le proteste dei residenti di piazzetta San Giovanni del Fosso, c’è chi recinge l’inizio delle scalette con nastro bianco-rosso da cantiere.

Sta di fatto – dicono i critici – che in zona si beve forte. Abbondano, infatti, birrerie, vendite di shottini e super alcoolici, vino e quant’altro. Ma eccessi o comportamenti molesti non se ne sono mai visti.

Si sa che i giovani, in vena di socialità, un po’ di casino lo fanno. Ma, ci si chiede: sono meglio la vitalità dei giovani e la gente che circola oppure – come asseriscono alcuni “negazionisti” – sono preferibili la quiete, il silenzio… l’abbandono?

“Personalmente – dice una ragazza che frequenta la zona – preferisco la sicurezza delle presenze che mi consentono di uscire a tutte le ore senza timore di essere molestata”. Impossibile darle torto.

Ma c’è anche chi stigmatizza i tanti bicchieri di plastica sparpagliati in zona la domenica mattina. E puntualmente rimossi da Gesenu.

Recentemente, in occasione dell’anniversario di un locale che regge da diversi anni, c’è stata una presenza notevole di giovani che hanno tirato tardi. E c’è chi ha sollecitato l’Inviato Cittadino a prendere posizione. Atteggiamento che non rientra nel mio costume: non mi piace il ruolo da censore. Tanto meno dir male dei giovani. Personalmente preferisco la presenza della gente, dato che le buone frequentazioni scacciano quelle cattive.

Dove stiano la ragione e il torto è difficile stabilire. L’importante è non drammatizzare. E sarebbe anche ora di smettere di usare quel termine “movida” che va bene nella sua accezione di vivace vita artistica e culturale notturna. Ma non se significa il lasciarsi andare a comportamenti socialmente poco accettabili.

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