INVIATO CITTADINO Via Boncambi. Uno splendido esemplare di arte liberty soccombe sotto l’attacco dell’ossidazione
Chi dovrebbe tutelarlo non se ne occupa minimamente
È un rimbocco di coso Vannucci che, a valle, s’interseca con un dedalo di vicoletti. Prende nome dalla Famiglia Boncambi, estinta nell’Ottocento e le cui case furono annesse al Palazzo dei Priori
Siamo nel rione di Porta Eburnea. O di Santa Susanna. Chiamo a dirimere l’ardua questione storico-antiquaria Maria Rita Zappelli, autrice del più bel libro mai scritto sulle strade antiche di Perugia (Caro Viario, Guerra editore).
Un’insegna, negletta, di rara maestria artigianale. L’imbocco è contraddistinto da un’insegna artistica in ferro battuto e ritorto, modellato e impreziosito da forme animalesche eleganti.
(Foto Sandro Allegrini)
Il tutto sovrastato da un scudo lapideo con Grifo rampante, murato sopra l’arco, in un’estensione del Palazzo comunale.
Oggi vi ha sede il ristorante ‘Il Bacio’, nome intriso di persuasa peruginità.
Un prototipo di gusto e spirito identitario si sbriciola sotto i colpi di maglio della ruggine che lo divora.
Parliamo della splendida insegna, sorretta da Grifi realizzati in metallo.
Si tratta di un’opera risalente all’età Liberty, quando Perugia era disseminata di botteghe artigiane, in grado di realizzare autentici capolavori in ferro battuto. Qualche nome? Paride Rosi, Giuseppe Bacosi, Mario Sambucari, Pericle Tei…
Quei due Grifi sono arrampicati su due steli. Reggono con la bocca e con la coda arricciata un’insegna.
Un accrocco di cavi e cavetti. Il primo obbrobrio è costituito da un accrocco di fili attraverso i quali si alimentano faretti e telecamera. Matasse che si sommano all’oltraggio della ruggine.
La targa odonomastica è illeggibile. Tanto è ricoperta da cavi e cavetti, sbiadita e celata.
Bagni pubblici, dove siete? A ciò si aggiunga il fatto che in questa stradina c’è un servizio di bagni pubblici (peraltro ben tenuti), segnalati con icone inequivocabili. Altrimenti, basandosi sul solo nome della via (illeggibile, introvabile), sarebbe impossibile intercettarli.
L’opera è certamente degna di tutela: è da chiarire se tutelata sia già. In ragione dell’età e della splendida fattura. Altrimenti è il caso di accreditarla.
Urge intervenire e ricondurre l’opera di artigianato artistico al pristino stato.
Così come stanno le cose, un pessimo biglietto da visita per quanti, italiani e stranieri, decidono di soffermarsi tra le emergenze storico-artistiche che dovremmo portare come il fiore all’occhiello. E che, al contrario, abbandoniamo colpevolmente al loro triste destino di degrado.
Senza alzare un dito. E nemmeno il sopracciglio.