INVIATO CITTADINO Ultima domenica d’agosto, Festa dei cenciarelli
Addio malanni come febbri reumatiche, influenze, mal di gola
Acciacchi magicamente scongiurati portando al collo un sacchetto contenente polveri sottratte all’intonaco che si sfarina.
Si rinnova la tradizione nella chiesina campestre a valle della Porta del Bulagaio.
Si levano inni, preghiere e ringraziamenti alla Madonna dei Cenciarelli, dedicataria della chiesa la cui costruzione è riferita a un miracolo.
La Vox populi ne attribuisce l’erezione al miracoloso salvataggio di alcuni pastori travolti da una frana in zona Ponte Rio.
Prima l’edicola (di recente restauro), poi la costruzione all’intorno.
La Virgo Consolatrix afflictorum fa capo alle Litanie Lauretane, pronunciate al termine del Rosario. Il culto fu promosso dagli Agostiniani. Non è dunque un caso che la chiesetta dipenda dalla parrocchia di Sant’Agostino al Borgo d’Oro.
Ma qual è lo strumento difensivo contro i malanni? I sacchetti con le polveri “miracolose”. Ossia quelle polveri raschiate dall’intonaco e custodite legandole al letto dei malati o al collo dei bambini.
I fazzoletti atti a contenere le polveri, insieme a cuoricini e catenine, anche in oro, venivano poi appesi come ex voto per grazia ricevuta.
I cenciarelli erano, insomma, nient’altro che miseri “cenci” a testimoniare la forte devozione mariana.
C’è anche chi vuole che i cenci fossero quelli indossati dai “vilani” scalzi, diretti in città. Per condizione sociale, non potevano che portare indumenti dimessi.
Altri, infine, sostengono che il termine “cenci” si riferisse ai panni caduti per strada dalle ceste delle lavandaie di Pretola e del Ponte, appoggiati sulle siepi perché venissero recuperati da coloro che li avevano persi.
Come gli anni scorsi, anche quest’anno sante messe e distribuzione dei sacchetti.