INVIATO CITTADINO Torgiano. Quando il grande Fremura raccontava un grande perugino
In mostra a Torgiano una tavola che tratteggia il grecista Renato Romizi. Il suo dizionario: dà dei punti al Rocci e al Gemoll.
Una mostra sulla quale avremo modo di tornare in occasione della presentazione che avverrà nella Sala del Consiglio comunale in data 21 agosto alle 18:00.
Intanto, mi sia consentita una lode speciale al sindaco Eridano Liberti, all’assessore alla cultura Elena Falaschi, al collezionista Angelo Valentini che di Alberto Fremura fu amico e che ha conferito un elevato numero di pezzi di sua proprietà.
Lode e onore anche alla Pro Loco e a quanti si sono adoperati per la realizzazione di questo doveroso omaggio a un amico di Torgiano, più volte presente ai Vinarelli, inventati dall’indimenticabile Giuseppe Agozzino: un siciliano che fu più perugino di molti di noi.
Intanto, l’Inviato Cittadino ha fatto una visita per rendersi conto del livello dell’esposizione: che è altissimo. Sulle partizioni tematiche (vino, politica…) avrò modo di tornare.
Intanto mi soffermo su Renato Romizi.
(Foto Sandro Allegrini)
La vignetta che lo ritrae è imperniata sul suo prezioso dizionario, edito da Zanichelli e del quale feci un’appassionata recensione nel 2020
Tra i dizionari di greco spicca quello etimologico, targato Grifo, di Renato Romizi
Renato Romizi è rappresentato tra simboli a lui cari, come un tempio greco e la Fontana Maggiore (non passava giorno senza che l’illustre docente si facesse la passeggiatina per il corso, con La Nazione sotto braccio. Lo salutavo dandogli del Lei e mi rispondeva “Diamoci del tu”. Ma non ci riuscivo perché lo conobbi professore al Mariotti e lo ritrovai collega, sebbene per breve tempo, con comprensibile emozione).
Il fumetto riporta la frase socratica ghnothi seautòn (conosci te stesso). E il giudizio sul valore dell’opera e dell’uomo è in un dettaglio: alle spalle di Renato, che tira dritto e si guarda all’indietro, sono a terra i due dizionari all’epoca più apprezzati: vale a dire il Rocci e il Gemoll (curato dal mio Maestro Aristide Colonna).
Li ho entrambi, come anche il monumentale Liddel-Scott-Jones-McKenzie (Clarendon Press). E ho pure il Romizi, prima edizione.
Il giudizio di Fremura è inequivocabilmente dalla parte del dizionario di Romizi che si è inventato un metodo etimologico scompositivo in grado di rivoluzionare l’approccio con la lingua greca. E di farne ricordare i significati con modalità analitica, non a memoria.
Ne sanno qualcosa gli allievi, che lo conobbero e lo amarono. E riempirono di appunti i quaderni.
A completamento, sulla destra della tavola, una bella intervista dell’amica Marcella Calzolai dal titolo “Il Romizi. Una parola tira l’altra. Dall’alfa all’omega”. La cui lettura ci aiuta a conoscere (e mettere a fuoco) sia l’opera che l’uomo.
Invito al sindaco Romizi. Andrea, va’ a vedere la vignetta e chiedine una riproduzione. L’appenderai al tuo Studio e potrai dire, con motivato orgoglio, ai visitatori: “Era mio nonno!”.