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INVIATO CITTADINO Ricordando Antonietta Stella

Memorie, spigolature e aneddoti attraverso le parole dell’allieva folignate Alessandra Ceciarelli

Ricordando Antonietta Stella. Memorie e aneddoti attraverso le parole dell’allieva folignate Alessandra Ceciarelli. 

La raffinata soprano ha letto il nostro servizio e – tramite i buoni uffici dell’amica Chiara Giudice – ci racconta.

“Ho iniziato a frequentare le lezioni della signora Stella nel 1997. Con lei ho studiato la tecnica vocale e approfondito il repertorio verdiano”.

Hai mirato alto, vero?

“Per me è stato un grande onore studiare con lei, poiché era uno dei miei miti, una delle più grandi cantanti degli anni cinquanta-sessanta”.

Come parte il vostro rapporto?

“Ricordo che inizialmente provai molta soggezione, ma lei trovò subito il modo di mettermi a mio agio, anche perché era una persona veramente semplice e generosa. Mi ha trattato sempre in maniera amorevole, fornendo consigli preziosissimi, raccontandomi le sue esperienze teatrali e anche qualche aneddoto divertente o… drammatico”.

Per esempio?

“Mi ha narrato di quando, trovandosi per lavoro in Giappone, incappò in enorme terremoto. Era ospite in un grande e modernissimo edificio. La scossa fu talmente forte che, pur stando al centro della stanza, riuscì a scorgere le auto di sotto nella strada, tanto forte era l’ondeggiare del grattacielo. Per le urla di terrore, perse la voce e dovette annullare tutte le recite, recandosi direttamente a New York, dove aveva altri impegni artistici. Lo spavento l’aveva così segnata che, per paura dell’aereo, fece ritorno in nave. Commentò: sono rischi del mestiere!”.

Ti consegnò altre perle?

“A proposito di lavoro, Antonietta era solita affermare che, in passato, le carriere duravano molto di più, dato che non si disponeva di mezzi veloci per spostarsi. C’era, dunque, tutto il tempo per riposarsi fra una produzione e l’altra. Ma anche per lasciare un’opera e metterne in voce un’altra, avendo tutto il tempo di rientrare con calma dentro un nuovo personaggio”.

Oggi non è più così, vero?

“Oggi si brucia tutto in fretta: i tempi di viaggio sono cortissimi; si va da un paese all’altro; si passa da un opera all’altra e quindi si rischia molto di più, anche vocalmente”.

Quale il ricordo valoriale che ti ha lasciato?

“Il ricordo più grande e prezioso della Stella è l’estrema semplicità dei modi. Ma anche il gusto di parlare un po’ in perugino quando facevamo le nostre lezioni, perché con noi umbre si sentiva un po' a casa”.

Cosa amava ricordare di Perugia?

“Della città del Grifo ricordava soprattutto il periodo della guerra, i tempi in cui addirittura si era adattata a fare la benzinaia. Mi raccontava dei bombardamenti, quando metteva spavento un aereo che faceva delle ricognizioni per un successivo sganciamento [si trattava del cosiddetto Orfanello, ndr].

La città temeva queste incursioni che provocarono anche dei decessi.

“Antonietta mi raccontò che, durante uno di questi allarmi, mentre stava percorrendo in bicicletta la discesa di Pretola, fece un capitombolo rovinoso”.

Cosa ti diceva del modo in cui fu scoperta?

“Scoperta per caso (ne abbiamo parlato in un precedente servizio), debuttò nel 1949 allo Sperimentale. Ma fu sentita cantare nel corso di un evento: una specie di ‘Corrida’, che si teneva al teatro Morlacchi di Perugia. Venne indirizzata al canto lirico prendendo lezioni dal maestro Zetti e poi dritta verso il teatro lirico sperimentale”. 

INVIATO CITTADINO Spigolature inedite sulla grande Antonietta Stella

Cosa diceva delle proprie doti vocali?

“Non era solita vantarsi, ma si diceva che disponesse di una voce molto naturale, poco costruita: come apriva bocca, e senza grande sforzo, riusciva a emettere quelle note meravigliose”.

Come insegnante, com’era?

“Negli ultimi anni si era un po’ discostata dalla lirica, ma amava fare lezione agli allievi desiderosi di imparare i segreti del mestiere. Una volta mi confessò che aveva difficoltà a percepire le voci e preferiva ascoltare la musica classica strumentale”.

Frequentava poco i teatri, vero?

“Si era allontanata dalle scene e dalle platee. Non amava più andare a teatro e suo marito - che era avvocato e anche il suo manager - la spingeva ad andare una sera al teatro dell’opera”.

Insomma, un distacco totale!

“Ritiratasi dalla carriera, amava molto la vita casalinga e si dedicava a piccoli lavori domestici. Ricordo che una volta arrivai a lezione e la vidi che stava pazientemente lucidando l’argenteria coi guantini di cotone. Era veramente una persona semplice. Che aveva avuto la fortuna, e il talento, di diventare celebre a livello mondiale. Senza però perdere i connotati di gentilezza e umana semplicità che la caratterizzavano.

Cosa devi della tua carriera ad Antonietta come insegnante?

“Molto della mia formazione e un ricordo indelebile di grazia, umanità e buona educazione”.

Alessandra Ceciarelli, diplomatasi al conservatorio Morlacchi di Perugia, ha un curriculum artistico-professionale di tutto riguardo. 

Alessandra Ceciarelli | Scuola di Musica Foligno

Mi piace ricordare una sua interpretazione di Tosca (in pagina), per la direzione artistica di Antonietta Stella (accanto al tenore Stefano Colla). Ma non si è fatta mancare concerti con artisti del calibro di Placido Domingo, oltre a collaborazioni con Maestri come Carlo Palleschi e grandi registi di livello internazionale.

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