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INVIATO CITTADINO I residenti di via Pinturicchio e piazza Grimana: "Non resta che andarcene"

La protesta: “E poi ci si lamenta del fatto che la gente scappa dal Centro. È tanto difficile capirlo?”

Noi residenti in via Pinturicchio, gli ultimi indiani nella riserva… dell’acropoli. Fino a quando?

Si allungano le doglianze nel cahier di quanti vivono fra piazza Grimana, via Pinturicchio e adiacenze. Uno di essi, Domenico Rossi (amichevolmente definito “l sindco de via Pinturicchio”) ci rappresenta situazioni di malessere che vigono da molti anni. E alle quali sarebbe ora di porre un argine.

La prima – ma non la più grave – è quella del rumore del pallone da basket che rimbalza rumorosamente nel campetto adiacente fino a tarde ore notturne. C’è chi (omettiamo il nome per discrezione) ha deciso di vendere a prezzo di realizzo l’appartamento dove la vita era per lui divenuta insostenibile. E se n’è andato… senza rimpianti.

Altro problema, quello dello spaccio che avviene indisturbato sotto gli occhi di tutti. “C’è chi fa la guardia, chi accetta le prenotazioni, chi va a prendere e consegna la roba. Spesso la mettono dentro un contenitore di rifiuti e sorvegliano finché non arriva il cliente a ritirarla”, raccontano.

Altro motivo di grave disagio, il campetto davanti a palazzo Gallenga, ormai divenuto parcheggio “conflittuale”. Raccontano, infatti, che non passa giorno senza che non finisca a liti e scazzottate perché c’è chi lascia la vettura in mezzo impedendo agli altri di uscire. Tranne il martedì, quando c’è il mercato e la Municipale interviene col carro attrezzi. Tutti gli altri giorni è bagarre, cagnara, un costante menare le mani.

Un effetto non secondario del parcheggio selvaggio consiste nella presa di possesso, da parte delle macchine, dello spazio, in origine concepito, progettato e realizzato (dal mago dei giardini, Pietro Porcinai) come luogo di sosta delle persone, fra le siepi e il verde.

Già, le siepi. Ormai quegli arbusti sono divenute piante colossali, che circondano completamente il campo. Nessuno le manutiene e loro invadono. Giungono alle finestre delle case che si affacciano su via della Pergola togliendo luce e aria alle abitazioni. Anche il negozio di cioccolato è ormai al buio su questo lato e meno male che è libero l’accesso su via Pinturicchio.

“Quelle piante vanno potate, ce lo promettono da anni”, lamenta Rossi. “Ci costringono a stare con la luce accesa anche a mezzogiorno”. Poco fortunato, il signor Domenico, che ha da tempo un contenzioso col Comune. Il suo fondino sottostante via Pinturicchio, a causa di ripristini maldestri e frettolosi, è invaso dall’acqua. Si salva collocando secchi e bacinelle nei punti di caduta. E il Comune avrebbe la pretesa (in parte soddisfatta) che sia il privato a realizzare opere provvisionali a sostegno della pubblica via, percorsa da auto e pullman colossali che ne mettono in forse la tenuta.

Insomma: da quelle parti si vive male. “E poi ci si lamenta del fatto che la gente scappa dal Centro. È tanto difficile capirlo?”, commentano polemici.

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