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INVIATO CITTADINO Prima alla messa e poi tutti al bar

Dopo la Messa delle 9.30, don Calogero di Leo, parroco di Santa Maria Nuova, porta i parrocchiani al Bar Porta Pesa per celebrare la Mamma

Dopo la Messa delle 9:30, don Calogero di Leo, sacerdote di Santa Maria Nuova, porta i parrocchiani al Bar di Porta Pesa per celebrare la Mamma.

“Domenica scorsa – premette – correva l’obbligo di omaggiare le mamme con una rosa. Abbiamo trascurato questo dovere e stamane vi porto tutte a fare colazione al bar cinese di Cristina, in fondo a via dei Ciechi”.

Così, anziché la fioraia Stefania (come d’uso), mette qualcosa in cassa uno dei quattro bar (pochi/troppi?) che circondano lo storico Slargo, ex passaggio obbligato con pedaggio daziale ai tempi che Berta filava.

Un’agape fraterna a base di caffè e cappuccino, riservata alle mamme. Anche se qualche infiltrato (l’Inviato Cittadino, che della Pesa è figlio) approfitta dell’occasione per familiarizzare e realizzare lo scatto proposto in pagina.

Don Calogero, subentrato a don Mario Stefanoni, non è meno amato. Le sue doti di sacerdote apertissimo e cordiale hanno conquistato i cuori dei parrocchiani. Peraltro adempie numerosi impegni: infatti, oltre che in Santa Maria Nuova, è parroco in San Fiorenzo, dei Santi Andrea e Lucia in cattedrale, dei santi Simone e Giuda del Carmine.

Fra l’altro, don Di Leo riveste alcuni ruoli significativi, come quello di direttore catechistico, referente del cammino sinodale presso la diocesi di Perugia-Città della Pieve.

Raccomanda: “Amici, pregate per me, impegnato a Roma in un’iniziativa come l’Incontro della Consulta per Catechesi, organo interno alla CEI, per la considerazione e l’individuazione di piste di riflessione per la Catechesi”.

Un impegno per cui don Calogero intende spendersi con la consueta serietà, mai disgiunta dalle doti di umanità e simpatia che ne caratterizzano la figura di sacerdote sempre sul pezzo.

“Siamo – dice – alla seconda fase del cammino sinodale per la catechesi. C’è molto da lavorare. Chiedo a tutti voi una preghiera di sostegno. Specialmente oggi, giornata dell’Ascensione, con precisa valenza e auspicio di riscatto, conversione e speranza”.

“Un giorno – aggiunge – ritroveremo i nostri cari che ci hanno preceduto in questa esperienza esistenziale dal terreno allo spirituale. Avremo modo di confrontarci coi nostri meriti e le nostre mancanze. Sempre col cuore aperto alla speranza”.

Pochi minuti al bar, Comunione sinodale dal basso, fraterna condivisione di un momento eucaristico e umano. Molto umano. E innegabilmente spirituale.

Parole che sanno di sincero apostolato. Svolto in modo efficace e credibile. Anche, forse specialmente, davanti a un cappuccino o a un caffè macchiato.

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