INVIATO CITTADINO Piazzetta Puletti, operazione conclusa. Ma l’asparago è sempre lì
Quando la burocrazia poté più della politica... e del buon senso
Piazzetta Puletti, operazione conclusa. Ma l’asparago è sempre lì. Peccato.
Ne abbiamo parlato, segnalandone la bruttura. Ma non c’è stato verso di schiodare la questione e la mostruosità rimane.
Il lavoro di robusta potatura è felicemente concluso. Con legittima soddisfazione della città e dei residenti di prossimità. Che dovevano tenere la luce accesa a mezzogiorno e si trovavano le fronde invasive di quei lecci fin sul tetto, a intasare le calate di gronda.
Operazione conclusa. Con l’Arco Etrusco illuminato dai riflettori, prima occultati dalla chioma delle piante cresciute a dismisura. Col vantaggio di discernere la tessitura muraria etrusca che discende da via Bartolo e dalla piaggia di San Fortunato.
INVIATO CITTADINO Arco Etrusco ritrovato. La potatura dei lecci libera i riflettori incapsulati nella chioma e... luce fu
I potatori hanno conferito altrove i consistenti residui del taglio, hanno ripulito a dovere, concimato, cosparso di fertilizzante e terriccio il sottobosco (foto). Insomma: tanto di cappello e onore al merito.
Ma l’auspicato taglio di quel carciofo di cipresso è rimasto lettera morta. Pur essendo atto dovuto e necessità condivisa.
INVIATO CITTADINO Piazza Grimana, spunta un "asparago" tra i lecci: urge rimuoverlo
Scrive lo storico Franco Mezzanotte, residente di prossimità: “Si tratta del residuo di una precedente stagione politica”. In effetti, chi sa ricorda che quella pianta venne improvvidamente messa a dimora di fronte al monumento che commemora le vittime palestinesi. Meritevoli di rispetto e memoria, per carità! Ma piantare un cipresso in mezzo a un boschetto di lecci non fu di certo un’idea brillante. Anche perché quell’essenza incongrua è diventata colossale, ma anche spelacchiata: oggi assai simile a un asparago.
Non ci voleva molto a tagliarla. Ma non si è voluto farlo.
Morale della favola. Quando è la burocrazia a dettare l’agenda alla politica, accadono queste enormità. Un tempo, il politico assumeva la responsabilità delle decisioni e si affidava agli uffici perché dessero gambe alle scelte, rendendole fattibili. Oggi pare non sia più così.