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Martedì, 23 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Petra Iustitie. Il Comune nn’ha più ‘buffi’ e lo verga a lettere… dorate

Presentazione di un restauro con presenza di amministratori e di pubblico

Petra Iustitie. Il Comune nn’ha più ‘buffi’ e lo verga a lettere… dorate.

Presentazione di un restauro con presenza di amministratori e di pubblico. “La città si rappropria di un bene che le appartiene”, è uso dire il sindaco Romizi, citato a man bassa da consiglieri ed assessori. Fra loro il coltissimo Leonardo Varasano che fa proprio alla grande il motto I CARE e lancia una proposta innovativa. Perché non spostare la Petra in una posizione che ne consenta la vista da entrambe le parti?

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Perché è proprio questo uno dei punti salienti della relazione di Carla Mancini, principessa dei restauratori. La quale disvela un aspetto poco noto di questa pietra marmorea che annuncia insieme l’estinzione del debito e l’adozione di nuovi criteri di tassazione. Ne abbiamo riferito in precedenti servizi nei quali spiegammo il concetto “per libram”. 

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Il fatto è che, trattandosi di materiale di riuso, anche il retro della pietra è operato in modo interessante (è stato studiato dall’archeologa Luana Cenciaioli). Dunque, un pietra double face, da ammirare in toto nelle sue due fattezze. Ma, ovviamente, va spostata. Perché adesso, addossata alla parete di fondo, mostra solo il lato con la scritta. 

FOTO - Petra Iustitie. Il Comune nn’ha più ‘buffi’ e lo verga a lettere… dorate


(foto Sandro Allegrini)

Carla rivela il pezzo come facente parte di un basamento monumentale che doveva trovarsi più o meno al centro della Platea Magna.

Mancini illustra poi i procedimenti e svela una novità. Le lettere della Petra Iustitie erano “rubricate”, non in rosso (come quelle dell’Arco Etrusco) ma in sfoglia oro zecchino (un po’ come le urne dei Cacni, trovate all’Elce). A dimostrazione del prestigio e della floridità del Comune.

La pietra era annerita da nerofumo di candele e lampade a olio. Essendo illuminata da sotto, quando si trovava alle Logge di Braccio, dove oggi se ne vede una copia, realizzata (1981) dal formatore Roberto Cappelletti.

Spiegato anche il procedimento dell’intervento sul portale di Guido di Francesco di Settignano. Anche qui, impacchi per togliere polvere e sporcizia (e qualche gomma americana da incivili). E anche qui la scoperta della policromia delle baccellature: giallo e celeste. Una meraviglia.

Il tutto realizzato con la collaborazione del cantiere comunale i cui operai hanno approntato trabattelli e palchi. Bravura ulteriore, di Carla e dei suoi, aver operato nel mese di agosto, sfidando il disagio del caldo opprimente. Che dire? Agosto, Palazzo mio ti riconosco. Ossia ho un Palazzo dei Priori – per dirla alla Petrolini – “più bello e più forte che pria”. Bravo! Grazie!

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